Usa: tutti liberi di inquinare l’acqua

Con l’abrogazione delle tutele per gli ecosistemi idrici introdotte da Obama, Donald Trump assesta un altro duro colpo all’ambiente. Con l’obiettivo di assicurarsi l’appoggio elettorale delle lobby dei pesticidi

di Maria Pia Terrosi


In arrivo da Trump un’altra picconata all’ambiente e alla sua tutela. Questa volta a essere cancellata è la normativa introdotta dall’amministrazione Obama nel 2015 –  il Clean Water Rule  – che limitava le attività inquinanti nei pressi di ruscelli, zone umide e altri specchi d’acqua. Il regolamento garantiva tutele federali a corsi d’acqua sotterranei, ai fiumi e alle zone umide vicine, vietando per esempio nelle aree limitrofe ai corsi d’acqua l’uso di pesticidi nelle coltivazioni agricole o la costruzione di stabilimenti industriali inquinanti.

Ora la nuova regolamentazione – già firmata dall’amministratore dell’Epa Andrew Wheeler anche se entrerà in vigore a dicembre  – riduce il numero di corsi d’acqua che il governo federale può controllare e proteggere dall’inquinamento, lasciando di fatto totale libertà di azione  ad agricoltori, allevatori e industriali.

Chi sostiene la deregulation di Trump

Proprio loro – agricoltori, allevatori, industriali e proprietari terrieri, come prevedibile – sono in prima fila nel sostenere questa vera decisione di Trump che rende tutti liberi di svolgere le proprie attività potenzialmente dannose per l’ecosistema idrico, senza il timore di subire controlli.

….e chi no

Decisamente preoccupati dalla decisione di Trump, invece, molti gruppi ambientalisti consapevoli che questa normativa – indebolendo tutele e controlli delle acque – non potrà che danneggiare le fonti idriche e gli habitat naturali. Secondo alcuni studi preliminari condotti dal Southern Environmental Law Center (Selc) ci saranno effetti immediati sulla qualità dell’acqua e della fauna selvatica: per esempio, oltre il 70% delle zone umide nella Carolina e in Virginia potrebbe non essere più protetto. Ma a rischio per gli esperti potrebbero essere anche i Grandi Laghi del Midwest e l’approvvigionamento di acqua potabile per 117 milioni di americani.

Contraria anche la California

Un forte dissenso è arrivato anche da varie autorità nazionali. Per esempio dal procuratore generale della California Xavier Becerra, che ha espresso con chiarezza la sua posizione.  “La California non tollererà quest’ultimo attacco all’ambiente da parte dell’amministrazione Trump, che potrebbe minacciare le protezioni federali per la maggior parte delle nostre acque. I tentativi da parte dell’amministrazione Trump di premiare chi inquina non conoscono limiti, sta abrogando queste importanti protezioni senza riguardo per la legge. Questa azione è immotivata e illegale e sarà certamente contestata in tribunale. Con le norme Obama era vietato arare, seminare, coltivare e utilizzare pesticidi vicino ai corsi d’acqua. L’amministrazione Trump sta elaborando un nuovo regolamento che riporterà di fatto il Paese agli standard stabiliti nel 1986; gli industriali già festeggiano la vittoria perché finora il processo di autorizzazione di impianti vicini ai corsi d’acqua era lungo e oneroso”, ha dichiarato.

D’altronde in varie circostanze Trump ha manifestato avversione alle regole in tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, considerandole un ostacolo allo sviluppo dell’economia Usa. La sua amministrazione ha abrogato, tra le altre, le regole che limitavano l’uso del carbone e le emissioni nei trasporti. In questo caso all’avversione all’ambiente di Trump si aggiunge un calcolo politico: il tentativo di assicurarsi l’appoggio degli agricoltori nelle prossime elezioni politiche.