Il Piano strategico nazionale per la Pac ora prevede l’investimento aggiuntivo di 1,1 miliardi per gli ecoschemi e il biologico: è il 30,5% dei fondi
Finalmente una buona notizia per il bio: nella nuova versione del Piano strategico nazionale (Psn) per la Pac è previsto un investimento aggiuntivo sull’agricoltura biologica di un miliardo di euro nei prossimi 5 anni. Lo ha dichiarato Giuseppe Blasi, del ministero delle Politiche agricole, durante la presentazione del dossier Stop pesticidi 2021 di Legambiente. Il cambio di rotta nel Psn, avvenuto dopo la forte reazione del mondo del bio alla prima bozza, renderebbe l’obiettivo del 30% di Sau biologica entro il 2027 molto più concreto.
Nel Psn (non ancora definitivo, la scadenza per ufficializzarlo è il 31 dicembre) sono previste anche misure per la zootecnia: un impegno per la riduzione degli antimicrobici e una valorizzazione degli allevamenti al pascolo, estendendo a questa pratica la certificazione per il benessere animale.
“Il riscontro della nuova versione del Psn è sicuramente positivo” ha affermato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Un miliardo di nuovi investimenti e l’attenzione al benessere animale sono passi in avanti importanti. Ora dobbiamo sfruttare questa spinta per definire un piano d’azione nazionale sul biologico che sia in linea con le politiche europee e ci permetta di investire efficacemente questi fondi”. I fondi aggiuntivi verrebbero infatti gestiti ancora a livello regionale e non nazionale.
“Accogliamo con favore queste nuove indicazioni riguardo al Psn”, ha commentato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente. “Questo impegno rappresenta un chiaro e marcato rafforzamento del biologico nel nostro Paese. L’agroecologia è l’unica svolta possibile per il settore agroalimentare, e in questo il biologico deve fare da modello e da apripista”.
Per vedere dei cambiamenti efficaci però gli investimenti dovranno essere ben mirati. Strumenti come la consulenza, la formazione, la ricerca, l’informazione e la cooperazione all’interno dei distretti biologici sono la ricetta giusta secondo Mammuccini. “Bisogna anche rendere la sostenibilità appetibile per i produttori”, ha aggiunto Blasi. “Prendiamo ad esempio i corridoi di biodiversità previsti dalle politiche europee: lasciare dello spazio alla natura è una tara per gli agricoltori. Se vogliamo che lo facciano, dobbiamo poi premiarli”.
L’ecoschema per il paesaggio, in cui rientrano i corridoi di biodiversità, è un altro elemento fondamentale per Mammuccini. “Il Psn non è certo perfetto, ma i cambiamenti positivi ci sono stati. Se noi associazioni ambientaliste continuiamo a fare squadra come abbiamo fatto finora, sarà possibile fare grandi passi in avanti”.