Senza api niente mele, mirtilli e ciliegie

Solo negli Usa e solo per 7 colture, l’azione degli impollinatori selvatici produce un fatturato di 1,5 miliardi di dollari

di Maria Pia Terrosi


Mele, mirtilli e ciliegie sono le coltivazioni più colpite dal declino degli insetti impollinatori. Il declino che si sta registrando nel mondo nella popolazione di api domestiche e selvatiche – oggetto in Europa della raccolta firme Save  Bees and Farmers!potrebbe avere pesanti ricadute su molti prodotti agricoli, limitandone i raccolti. Con significative conseguenze per la sicurezza alimentare globale (per esempio scarsa disponibilità di alcuni prodotti, prezzi elevati) considerato che tre quarti delle colture mondiali sono dipendenti dall’attività di impollinazione.

Per  quanto riguarda gli Usa, gli effetti dell’impollinazione sulla resa di alcuni prodotti agricoli sono stati esaminati dalla ricerca “Crop production in the USA is frequently limited by a lack of pollinators” pubblicata sul Proceedings of the Royal Society. Lo studio è stato condotto su 7 diverse coltivazioni  ​​(zucca, anguria, ciliegia, amarena, mela, mirtillo, mandorla) e ha coinvolto 131 fattorie presenti in 13 Stati Usa.

In pratica gli scienziati hanno raccolto dati sull’attività di impollinazione effettuata dalle api domestiche e selvatiche incrociandoli con quelli sulla resa delle coltivazioni.  Ne è emerso che alcuni di questi raccolti – soprattutto mele, ciliegie e mirtilli – sono fortemente limitati dalla scarsa impollinazione. Al contrario le coltivazioni che attirano più insetti sono quelle che hanno maggiori raccolti.

Fondamentale anche il ruolo svolto dalle api selvatiche. Lo studio, basandosi sui dati raccolti, ha valutato il valore economico della produzione consentita dagli impollinatori selvatici: oltre 1,5 miliardi di dollari negli Usa ogni anno in riferimento solo alle sette colture analizzate.