Viva la varietà dei prodotti agricoli italiani. Ma per difenderla c’è solo mezzo milione di euro

Un decreto istituisce un sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, per la tutela delle risorse genetiche locali dal rischio di estinzione.

di Goffredo Galeazzi


In Italia sono presenti ben oltre mille varietà di mela, legate al territorio locale o regionale o sovraregionale, con una enorme gamma di sapori, consistenza e odori. La coltivazione di varietà tradizionali è diffusa a livello domestico, ma l’adozione di sistemi di coltivazione e di distribuzione del prodotto largamente unificati, ha ridotto in maniera drammatica la gamma disponibile a non oltre 6/8 varietà, e non più di 3/4 sono di origine nazionale, che coprono il 90 per cento della produzione. Per tutelare la varietà dei prodotti agricoli, in Italia si è corsi ai ripari con un provvedimento che stabilisce i princìpi per l’istituzione di un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, per la tutela delle risorse genetiche di interesse alimentare e agrario locali dal rischio di estinzione e di erosione genetica. “La tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare – si legge nel decreto del ministero delle Politiche agricole – sono perseguite anche attraverso la tutela del territorio rurale, contribuendo a limitare i fenomeni di spopolamento e a preservare il territorio da fenomeni di inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico”.

Le poche risorse finanziarie stanziate (mezzo milione di €) per la ricerca, la tutela e il recupero delle risorse di interesse alimentare e agrario locali servono a salvaguardarle dal rischio di estinzione. Si favoriscono la conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche alimentari e agrarie direttamente presso le aziende, nonché la loro iscrizione nell’Anagrafe nazionale della biodiversità. E si promuovono attività presso le scuole e incontri tecnici, convegni, scambi di esperienze, condotte nell’ambito della Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare.

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