In alcune zone del Kenya gli insetti impollinatori sono stati quasi sterminati dai pesticidi e i contadini ricorrono all’impollinazione manuale per salvare i raccolti
Passare di fiore in fiore. Nelle regioni del Kenya orientale è quello che sono costretti a fare quest’anno alcuni agricoltori. Vista la quasi totale scomparsa degli insetti impollinatori, per poter almeno in parte salvare i propri raccolti i contadini hanno deciso di ricorre all’impollinazione manuale. In pratica, armati di spazzolini e spugnette, sostituiscono il lavoro delle api e degli insetti impollinatori sterminati dai pesticidi. In particolare dal glifosato e da un insetticida organofosfato, utilizzati nelle coltivazioni intensive locali.
Non è la prima volta che gli agricoltori fanno il lavoro delle api. Negli anni 2010 furono gli agricoltori cinesi della provincia del Sichuan, muniti di lunghi pennelli, ad arrampicarsi sugli alberi di melo e pero per impollinare i fiori. La causa era la stessa: come accaduto oggi nel Kenya orientale, in Cina l’uso dilagante dei pesticidi aveva ucciso la maggior parte degli insetti impollinatori. E, anziché importare api, si decise di far fare il lavoro agli umani.
Il lavoro svolto dagli insetti impollinatori è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Secondo dati pubblicati dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes), la riproduzione dell’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale. Anche il 70% delle 115 colture agrarie di rilevanza mondiale trae beneficio dall’impollinazione animale. Sempre dall’impollinazione dei fiori dipende il 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico annuale di oltre 153 miliardi di euro a livello globale.