Proteine verdi? Il loro consumo si associa al minor rischio di malattia e mortalità

Lo dice uno studio giapponese riportato da “Patto in cucina Magazine”, il periodico telematico dedicato alla divulgazione del patrimonio scientifico della tradizione italiana in ambito nutrizionale.

di Giulia Bigioni


Non vuole essere un invito a diventare vegani o vegetariani, ma il mondo scientifico ci suggerisce che orientare le scelte alimentari in favore delle proteine di origine vegetale rispetto a quelle animali comporta una riduzione significativa del rischio di malattia dell’apparato cardiovascolare.

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine da un gruppo di studiosi giapponesi. L’attività di ricerca, gestita dal National Cancer Center di Tokyo, ha visto la partecipazione di circa 71 mila soggetti di età compresa tra i 45 e i 74 anni, seguiti in un arco temporale di quasi venti anni fino al 2016. Il gruppo di studio risulta distribuito in modo uniforme in entrambi i sessi con una leggera preponderanza di donne, per il 54,5%, rispetto al 45,5% di uomini.

Da una prima analisi dei dati l’assunzione di proteine di origine animale di per se non ha mostrato una chiara associazione con la mortalità totale o causa specifica, al contrario l’assunzione di proteine vegetali è correlata ad una diminuzione significativa del rischio di mortalità ed in particolare ad un diminuito rischio di mortalità per problematiche cardiovascolari. La sostituzione delle proteine animali con quelle vegetali ha comportato in sostanza un miglioramento del rischio a carico del sistema cardiovascolare e una soprattutto una ridotta incidenza delle malattie tumorali.

Nel complesso sebbene non siano state evidenziate controindicazioni al consumo di proteine animali a parità di introito calorico è meglio se orientiamo la nostra scelta verso il mondo vegetale piuttosto che quello animale, se proprio non in modo assoluto almeno sarebbe opportuna una sostanziale riduzione delle proteine animali, pur mantenendo un adeguato apporto proteico integrando la quota con quelle vegetali.

Sebbene va tenuto conto che lo studio è circoscritto ad una popolazione ben definita, quella giapponese, questi risultati in qualche modo sono a sostegno delle caratteristiche salutari dell’alimentazione nel paese del sol levante, che basandosi su una dieta prevalentemente vegetale, conferisce alla popolazione giapponese quel primato mondiale sulla longevità ben noto. Per le proteine quindi e non solo, il mondo vegetale deve rappresentare, così come per la nostra dieta mediterranea, la nostra maggiore fonte di approvvigionamento alimentare se vogliamo fornire più vita e salute ai nostri anni.