Premi agli agricoltori che catturano carbonio

L’Europa sta mettendo a punto un sistema di “certificati verdi” per incoraggiare le pratiche agricole che invece di aumentare la pressione della crisi climatica la attenuano

di Redazione

Complessivamente il suolo del nostro pianeta potrebbe assorbire una quantità annuale di carbonio equivalente a 5,5 miliardi di tonnellate di CO2, pari alle emissioni degli Usa. Un dato che evidenzia quanto la gestione sostenibile dei terreni e l’adozione di tecniche agricole adeguate possano avere un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici.

Per la prima volta, partendo da questo fatto, si cominciano a sviluppare politiche concrete. Saranno in grado di tenere assieme difesa dell’ambiente, qualità del cibo, sostegno al reddito agricolo. La Commissione europea sta infatti mettendo a punto un sistema di certificazione che prevede premi per gli agricoltori che utilizzeranno pratiche agricole sostenibili in grado di rimuovere la CO2 dall’atmosfera. 

In pratica a partire dal 1° gennaio 2023 agli agricoltori che adotteranno pratiche agricole virtuose –  minima lavorazione del suolo, semina su sodo, cover crops, avvicendamento colturale, gestione attenta dei residui e dei liquami – verranno riconosciuti dei premi ad ettaro o in ambito Pac sotto forma di “certificati verdi” o di “assorbimento”, anche detti “crediti di carbonio”. 

Una fonte di reddito aggiuntiva per il mondo agricolo che premia l’impegno nella gestione sostenibile del suolo. Questo si dovrebbe aggiungere agli incentivi per ettaro già riconosciuti e ai contributi per l’acquisto di nuove attrezzature. 

I crediti di carbonio

Il sistema di certificazione europeo dovrà consentire di stabilire quante tonnellate di carbonio una specifica azienda agricola è riuscita a sequestrare grazie alle pratiche di coltivazione adottate. Va ancora chiarito se l’incentivo riconosciuto sarà legato alle sole tonnellate di CO2 sequestrate o se si tratterà di un contributo a superficie. Così come dovranno essere definite le modalità con cui gli agricoltori riceveranno queste premialità. 

Come il suolo cattura il carbonio

L’attività agricola, se condotta attraverso specifiche pratiche colturali, è in grado di catturare e sequestrare la C02 contenuta in atmosfera. Anche se – va precisato – la capacità di sequestrare il carbonio nel suolo non è illimitata nel tempo, ma dura al massimo 80 anni. Inoltre è influenzata dal clima, dalle condizioni del terreno e dalle colture adottate. 

Numerose ricerche hanno analizzato le potenzialità dell’agricoltura al riguardo. Alcuni anni fa uno studio condotto su un terreno coltivato a mais metteva a confronto i due sistemi di lavorazione del suolo, ovvero aratura convenzionale e no-tillage. Nel no-tillage si semina su sodo utilizzando macchine in grado di seminare in terreni occupati in superficie da residui di colture in avvicendamento, incluse le cover crops. Nel primo caso – aratura convenzionale – il contenuto di carbonio nel suolo era pari a 1.250 grammi a metro quadrato, nel secondo arrivava a 1.750. 

L’utilità delle colture inutili

Anche la coltivazione di colture di copertura (cover crops) aiuta ad aumentare il tasso di carbonio organico contenuto nel suolo, che su terreno nudo si libererebbe più facilmente in atmosfera. Si tratta di utilizzare colture di copertura che aiutano a immagazzinare anidride carbonica e immetterla nel terreno come sostanza organica, aumentandone anche  la fertilità. Una recente ricerca condotta su 37 siti diversi ha evidenziato che le cover crops fanno crescere il carbonio organico nel suolo a un tasso medio annuo pari a circa 0,32 tonnellate per ettaro.

Lavorazione zero

Anche il no-tillage è una pratica utile per il sequestro del carbonio nel suolo. Secondo lo studio di Huimin Yab volto a valutare la capacità di sequestro di carbonio nel suolo a seconda delle differenti coltivazioni, potenzialmente la non lavorazione del 50% terreno agricolo in Cina e la restituzione del 50% dei residui colturali, permetterebbe di immagazzinare ogni anno una quantità di carbonio pari a 32,5 milioni di tonnellate.