Un’analisi a campione ha evidenziato la presenza nei pomodori italiani di multiresidui di pesticidi e metalli pesanti. Sotto ai limiti di legge, ma a preoccupare è l’effetto cocktail
di Maria Pia Terrosi
Un pomodoro condito con 12 fungicidi e 4 insetticidi. E’ uno dei risultati ottenuti dall’analisi condotta dal Salvagente su 12 campioni di pomodori di vari tipi (a grappolo, ciliegino, pachino, marzanino) tutti di origine italiana, salvo 3 provenienti dalla Spagna, che ha evidenziato la presenza di pesticidi e di metalli pesanti. Parliamo di cadmio, piombo e rame, così come di fungicidi e insetticidi trovati su pomodori acquistati in varie catene di supermercati a Roma.
In pratica, ad eccezione di un marchio, piombo e rame (il primo considerato come probabile cancerogeno, il secondo associato all’insorgenza di patologie cardiovascolari) sono risultati sempre presenti, seppur con valori molto bassi. Un altro metallo pesante, il cadmio, è stato rinvenuto solo su due dei campioni, con valori anche in questo caso molto al di sotto del limite consentito dalla legge.
Fitofarmaci e insetticidi, l’amara sorpresa dei pomodori
Diverso il risultato relativo ai residui di pesticidi. Se in un caso sono stati trovati residui di ben 12 fungicidi (tipici delle coltivazioni in serra dove le alte temperature favoriscono la formazione di funghi) e di 4 insetticidi, in tutti gli altri campioni – ad eccezione dei pomodori biologici che hanno mostrato l’assenza di qualsiasi tipo di residuo – sono state trovate tracce di fitofarmaci e insetticidi, anche se sempre con valori inferiori ai limiti di legge.
Tutto a posto dunque? Non proprio. A destare preoccupazione infatti è il cosiddetto ‘effetto cocktail‘, ovvero l’azione combinata sulla salute umana di basse dosi di principi attivi copresenti nell’alimento. Sono infatti numerosi gli studi che stanno indagando i potenziali effetti tossici delle miscele di pesticidi anche a basse concentrazioni.