Crescono in Francia gli enti locali che decidono di legiferare autonomamente in materia di fitofarmaci. Convinti che le indicazioni del governo siano poco efficaci per la tutela della salute e del territorio.
di Maria Pia Terrosi
Mentre in Francia si sta concludendo la consultazione pubblica governativa relativa all’impiego dei pesticidi, sono più di 100 i Comuni che nel frattempo hanno già deciso in materia adottando ordinanze che limitano o eliminano l’utilizzo di fitofarmaci nel loro territorio.
L’obiettivo dichiarato della consultazione governativa partita il 9 settembre è rafforzare la protezione della salute delle popolazioni confinanti con le aree di utilizzo dei prodotti fitosanitari, nonché quella degli agricoltori, e di migliorare il dialogo tra agricoltori, residenti e rappresentanti locali. Punto fondamentale è il rispetto delle distanze minime di sicurezza da rispettare tra le case e le aree di applicazione dei pesticidi. La consultazione propone l’introduzione di 3 diverse fasce di protezione a seconda del tipo di coltura: 3-5 metri per le cosiddette colture basse come gli ortaggi; 10 metri per le colture alte, come i cereali.
Distanze considerate del tutto inadeguate da ambientalisti e da molti cittadini che hanno spinto le amministrazioni ad anticipare i tempi e agire in maniera più efficace per tutelare la salute e il territorio. Infatti pur riconoscendo la natura storica di questa decisione – “è la prima volta che lo Stato ammette che esiste un grave pericolo per le persone” – molte associazioni ambientaliste ritengono privo di senso prevedere una zona cuscinetto tanto ridotta.
E dunque – anche sulla scia di quanto fatto da Daniel Cueff , sindaco di Langouet in Bretagna che ha imposto il divieto di utilizzare pesticidi a una distanza inferiore a 150 metri da qualsiasi parcella catastale – i sindaci di molte città (tra cui Lille, Clermont Ferrand, Grenoble, Nantes, la stessa Parigi) hanno emesso ordinanze ben più severe sull’uso di pesticidi. Decisioni che non solo sono state salutate favorevolmente dai gruppi ambientalisti e dai cittadini, ma che hanno anche suscitato l’interesse di molti agricoltori che si sono dichiarati aperti al confronto e pronti ad adottare una “carta di buon utilizzo” dei pesticidi. Al riguardo, in una dichiarazione al quotidiano francese “Le Figaro” Christiane Lambert, Presidente della Fnsea (Federazione dei sindacati dei produttori agricoli) ha affermato: “Vediamo come a livello dipartimentale, assieme ai residenti e al mondo associativo, possiamo adattare le pratiche colturali”.