Con il sostegno di 27 associazioni ambientaliste parte in Italia la raccolta firme
Prevenire la deregolamentazione in materia di Ogm. E’ l’obiettivo della petizione #IchooseGmofree rivolta ai cittadini europei che non vogliono trovarsi Ogm nei campi e nel piatto senza saperlo. Secondo le regole attuali infatti, in Europa gli Ogm vecchi e nuovi sono soggetti ad autorizzazione che garantisce: la valutazione del rischio per la salute umana e l’ambiente; la trasparenza per i produttori e gli agricoltori; un’etichettatura chiara.
Difendere il diritto di scelta
Escludere i nuovi Ogm da questo quadro significherebbe mettere in discussione la libertà di scelta e lo stesso principio di precauzione che invece devono rimanere dei punti fermi in Europa e in Italia. Per appoggiare #IchooseGmofree 27 associazioni contadine, del biologico, ambientaliste e della società civile – tra cui FederBio) facenti parte del Coordinamento Italia libera da Ogm (Cilo) hanno lanciato in Italia la raccolta firme.
In questi anni più volte il Cilo ha denunciato e fermato i tentativi di deregolamentare l’iter legale per la coltivazione dei nuovi Ogm. A spingere in questa direzione sono le grandi lobby dell’agroalimentare nel tentativo di facilitare la circolazione nel mercato europeo di semi e cibo prodotti con le tecnologie genetiche.
Una minaccia per la biodiversità agricola
Se passasse questa linea sarebbe una sconfitta per gli agricoltori e un’ulteriore e seria minaccia per la biodiversità agricola italiana, anche nel campo della certificazione biologica.
“L’intera filiera agroalimentare, convenzionale e biologica, è nota in tutto il mondo anche per il fatto che da oltre vent’anni il nostro Paese ha deciso di restare libero da Ogm. Questa decisione – si legge nel comunicato del Wwf – grazie anche a una legislazione sempre più stringente, rappresenta una chiave della forza commerciale e della garanzia di qualità del nostro cibo sul mercato. La deregolamentazione dei nuovi Ogm metterebbe invece a rischio l’intero comparto con conseguenze irreversibili. Per questo la richiesta delle organizzazioni è che la sperimentazione resti nei laboratori accreditati e il rilascio rimanga sottoposto alle attuali condizioni della Direttiva Ue del 2001, che obbliga a valutare accuratamente il rischio, tracciare ed etichettare gli organismi geneticamente modificati”.
Secondo i difensori delle nuove biotecnologie, i nuovi Ogm permetteranno una maggior resilienza delle colture al cambiamento climatico e consentiranno una riduzione dell’uso della chimica in agricoltura. Al contrario le organizzazioni del Coordinamento Italia Libera da Ogm sostengono che i prodotti ottenuti con l’editing del genoma non risolveranno la crisi climatica, non aiuteranno la sostenibilità, non permetteranno di aumentare le rese delle produzioni e infine non diminuiranno l’uso di fitofarmaci.
La richiesta delle associazioni
Con questa petizione – spiegano le associazioni – chiediamo dunque alle cittadine e ai cittadini di fare pressione sul nostro governo, sul presidente del Consiglio, sui ministri dell’Agricoltura, della Transizione ecologica e della Salute, sulle istituzioni europee, affinché la normativa basata sul principio di precauzione non venga smantellata per favorire i colossi dell’agribusiness.