Pesticidi: teniamoli a distanza

Per ridurre la contaminazione da pesticidi servono almeno 100 metri tra case e campi trattati, in Italia sono 30

Servono almeno 100 metri per mettersi al sicuro dai pesticidi. E’ il dato emerso dalla campagna condotta da Générations Futures, associazione francese che si occupa di studiare il rapporto tra salute ed esposizione ai pesticidi. L’associazione è andata alla ricerca di residui di pesticidi sulle finestre delle abitazioni che si trovano a varie distanze dai campi coltivati e trattati con fitofarmaci. 

I ricercatori hanno selezionato i 30 pesticidi più utilizzati. Sono andati a verificare in che misura erano presenti nelle abitazioni limitrofe ai campi dove venivano utilizzati. Ne è risultato che quasi l’80% dei 58 campioni analizzati mostra residui di pesticidi. Una percentuale che evidentemente sale al diminuire della distanza dalle coltivazioni trattate. 

Infatti a distanza inferiore ai 21 metri il 95% delle finestre delle abitazioni presentano residui di pesticidi. Fino a 100 metri la percentuale di abitazioni contaminate resta altissima, pari al 90%, mentre bisogna superare la distanza di 100 metri per arrivare a dimezzare la percentuale di contaminazione. 

Inoltre quanto più diminuisce la distanza dai campi, tanto più aumenta il numero dei residui rinvenuti. Le finestre situate a meno di 20 metri dalle coltivazioni mostrano in media residui di 3,1 tipi di diversi pesticidi. 2,6 quelle tra 21 e 100 metri. Superati i 100 metri in media si trova poco più di 1 pesticida. 

Interessante notare che anche l’orografia del territorio (pianeggiante, collinare) e la tipologia di coltivazioni influenzano la dispersione dei pesticidi. Ad esempio il maggior rischio di contaminazione si riscontra con i vitigni.

Lo studio francese dimostra dunque come le attuali distanze minime previste siano decisamente inefficaci e vadano riviste. “Questi primi risultati mostrano che la distanza di 100 metri richiesta da molto tempo da Générations Futures e da molte ong sembra avere un effetto molto chiaro sulla riduzione dell’esposizione ai pesticidi”, ha dichiarato François Veillerette, portavoce di Générations Futures. 

Ma la realtà è ben diversa. In Italia il Piano nazionale sui pesticidi (Pan) prevede una distanza minima di soli 30 metri da aree sensibili, quali abitazioni, allevamenti di bestiame, di api, di pesci e di molluschi, terreni agricoli dove si pratica agricoltura biologica o biodinamica, corsi d’acqua e strade aperte al traffico.