Pesticidi ed editing genetico, la Brexit si allarga

Le conseguenze del divorzio dalla Ue affiorano lentamente e allontanano sempre più il Regno Unito dall’Unione europea: Londra riduce le garanzie ambientali

Il Regno Unito va per la sua strada. Le conseguenze della Brexit si stanno manifestando poco alla volta ma stanno allontanando sempre più Londra da Bruxelles.

Senza i paletti dell’Ue, il Regno Unito ha annunciato di voler deregolamentare l’editing genetico avviando una consultazione pubblica, mostrando così una significativa divergenza dall’Ue. Nel 2018 la Corte di giustizia europea ha infatti stabilito che gli organismi ottenuti tramite editing genetico rientrano nelle norme Ue sugli Ogm: una loro esclusione violerebbe il principio di precauzione, sancito nei trattati istitutivi dell’Ue e alla base delle norme europee sulla sicurezza alimentare. Insomma, pur essendo una tecnica diversa, l’editing genetico si pone gli stessi obiettivi degli Ogm.

Pressioni di National Farmers Union e British Sugar

Non solo. Su pressione della National Farmers Union (Nfu) e della British Sugar, ma in compagnia di altri Paesi dell’Ue, il governo di Boris Johnson ha deciso di permettere nuovamente l’utilizzo di alcuni neonicotinoidi, pesticidi pericolosi per le api e altri insetti impollinatori. Ha infatti revocato, anche se temporaneamente e per ragioni di emergenza, il divieto di utilizzare prodotti contenenti thiamethoxam sulle barbabietole da zucchero colpite dal virus del giallume virotico, una patologia della pianta. In Gran Bretagna l’uso agricolo di questo composto chimico era stato vietato in seguito alla sua messa al bando da parte dell’Unione Europea nel 2018.

Secondo quanto riporta AgrifoodToday, il segretario di stato britannico per l’Ambiente e l’alimentazione, George Eustice, ha dichiarato che “l’editing genetico ha la capacità di sfruttare le risorse genetiche fornite da madre natura, al fine di affrontare le sfide della nostra epoca. Ciò include la coltivazione di colture che danno risultati migliori, la riduzione dei costi per gli agricoltori e degli impatti sull’ambiente”.

Standard ambientali comunitari

Ora il divorzio tra Ue e Regno Unito dovrebbe avvenire nel rispetto degli standard ambientali comunitari – laddove questi incidono sul clima o danno un vantaggio commerciale sleale – perché parte integrante dell’intesa sulla Brexit. Per Londra e Bruxelles punto vincolante del trattato commerciale bilaterale è l’impegno a non tornare indietro su clima e biodiversità.

In realtà Londra intende muoversi autonomamente e la sua posizione su pesticidi e editing genetico preoccupa l’Europarlamento. Poche settimane dopo l’entrata in vigore dell’accordo commerciale Ue-Regno Unito, gli eurodeputati hanno espresso il timore di possibili violazioni della clausola di “non regressione”, ovvero di peggioramento dei rapporti commerciali tra le due aree. A metà gennaio, nel corso di una riunione sul nuovo accordo che regolerà i rapporti Ue-Regno Unito, i rappresentanti della Commissione europea hanno spiegato l’impatto dell’accordo commerciale su energia, ambiente e salute, ma gli eurodeputati hanno chiesto maggiori chiarimenti.

Europarlamento: maggiori chiarimenti

“La mia opinione sulla risposta riguardo ai pesticidi è molto scarsa. Fondamentalmente non avete risposto”, ha detto ai rappresentanti della Commissione il presidente della commissione per l’Ambiente, Pascal Canfin rilevando come “la volontà politica del Regno Unito potrebbe essere quella di discostarsi dall’attuale cornice della legislazione Ue e autorizzare i pesticidi che non sono più autorizzati nel Regno Unito o nell’Ue”.

Ha aggiunto l’eurodeputato verde Bas Eickhout: “Il Regno Unito ha annunciato di voler deregolamentare l’editing genetico … è un enorme dibattito in Europa. Questa è chiaramente una regressione, quindi come funziona la clausola di non regressione?”.

La Gran Bretagna non è isolata

La Gran Bretagna non è comunque isolata nel permettere l’utilizzo del thiamethoxam in deroga. Undici Paesi dell’Ue – Francia, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Finlandia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia – lo utilizzano, anche se solo per un uso limitato e in emergenza per proteggere le colture di barbabietola da zucchero.

Gli ambientalisti sono insorti contro la decisione di Londra di consentire l’uso temporaneo del thiamethoxam. Per Matt Shardlow, del gruppo ambientalista Buglife, “nulla è cambiato scientificamente dalla decisione di vietare l’uso dei neonicotinoidi sulla barbabietola da zucchero nel 2018. Continueranno a danneggiare l’ambiente”. Anche l’associazione The Wildlife Trusts è intervenuta sulla questione paventando il pericolo che un’autorizzazione temporanea possa di fatto diventare annuale. Un rapporto di Unearthed, progetto giornalistico di Greenpeace UK, segnala che i Paesi dell’Ue hanno rilasciato almeno 67 diverse “autorizzazioni di emergenza” per l’uso esterno dei neonicotinoidi. Per questo sono state lanciate petizioni per dire no ai neonicotinoidi da Friends of the Earth e Greenpeace.

La prima richiesta venne rifiutata

In Gran Bretagna, una richiesta di utilizzo del thiamethoxam era arrivata già nel 2018, appena dopo l’entrata in vigore del bando Ue. Ma venne rifiutata, dopo che i consulenti del governo certificarono che avrebbe causato effetti inaccettabili sulle api e sulle colture fiorite.

Che i neonicotinoidi siano dannosi per api, impollinatori e altri insetti in genere lo dicono molti studi. L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) in un primo momento aveva autorizzato questi prodotti, salvo bloccare tutto nel 2018. Adesso su mandato della Commissione europea, l’Efsa dovrà verificare la correttezza delle autorizzazioni all’uso in deroga dei neonicotinoidi concessa da alcuni governi europei.

Dal 2007 thiamethoxam sotto osservazione

Fin dal 2007 gli scienziati hanno osservato un calo significativo della popolazione di alcune specie di api britanniche, in coincidenza con l’introduzione del thiamethoxam, in precedenza ampiamente utilizzato. Gli studi suggeriscono che indebolisce il sistema immunitario delle api, danneggia lo sviluppo del cervello delle piccole api e può renderle incapaci di volare. Un altro studio ha trovato campioni di miele contaminati da neonicotinoidi.