Onu: 200 mila morti l’anno per avvelenamento da pesticidi

L’avvelenamento acuto la principale causa di decessi da pesticidi. L’agricoltura intensiva industriale non è necessaria per aumentare i raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita.

di Goffredo Galeazzi


I pesticidi usati in agricoltura causano 200.000 morti all’anno nel mondo, quasi tutti nei paesi in via di sviluppo, e non sono necessari per garantire l’aumento della produzione agricola per una popolazione in crescita. Lo sostiene un rapporto degli inviati speciali dell’Onu per il Diritto al cibo, Hilal Elver, e per le Sostanze tossiche, Baskut Tuncak, presentato a marzo al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra: “l’uso eccessivo di pesticidi è molto pericoloso per la salute umana, per l’ambiente ed è fuorviante affermare che sono di vitale importanza per garantire la sicurezza alimentare”, sostengono i due autori.
I pesticidi sono responsabili di circa 200.000 decessi all’anno per avvelenamento acuto, il 99% dei quali avvengono nei paesi in via di sviluppo”, si legge nel documento. Tuttavia, prosegue il rapporto “si ritiene comunemente che l’agricoltura intensiva industriale, che si basa pesantemente sui pesticidi, sia necessaria per aumentare i raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita”. Una convinzione sbagliata, secondo gli inviati dell’Onu: “nei 50 anni passati, la popolazione globale è più che raddoppiata, mentre la terra arabile disponibile è aumentata solo del 10%”.
I pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente, secondo l’Onu: inquinano l’ambiente, uccidono o fanno ammalare le persone, destabilizzano l’ecosistema alterando il rapporto fra prede e predatori, limitano la biodiversità. Ma le aziende del settore agricolo e dei pesticidi hanno adottato “una negazione sistematica della grandezza del danno portato da queste sostanze chimiche, e tecniche di marketing aggressive e non etiche rimangono incontrastate”.
Per l’Onu “un trattato generale che regoli i pesticidi altamente pericolosi non esiste ancora”, il che lascia “un vuoto importante nel quadro della protezione dei diritti umani. Senza rigorose normative sulla produzione, la vendita e livelli accettabili di uso di pesticidi, l’onere degli effetti negativi dei pesticidi è sentita dalle comunità povere e vulnerabili nei paesi che hanno meccanismi di applicazione meno rigorosi”, hanno sottolineato. Il Relatore Speciale per i prodotti alimentari evidenzia i positivi sviluppi dell’agroecologia, che sostituisce i prodotti chimici con la biologia, sottolineando come sia in grado di fornire rendimenti sufficienti a sfamare e nutrire l’intera popolazione mondiale, senza pregiudicare i diritti delle generazioni future al cibo e alla salute adeguata.

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