Crescono in Italia i reati ambientali nel settore dei rifiuti, nell’agroalimentare e nel ciclo del cemento. I numeri e le storie raccolte nel Rapporto di Legambiente Ecomafia 2019
di Maria Pia Terrosi
Ambiente, ogni ora si contano 3,2 reati. Rifiuti, ciclo illegale del cemento, filiera agroalimentare e racket degli animali sono questi i settori preferiti dell’illegalità ambientale nel nostro Paese. Nel 2018 sono stati più di 28.137 i reati contro l’ambiente accertati (circa 3,2 ogni ora) con un giro d’affari che ha raggiunto quota 16,6 miliardi di euro, 2,5 in più rispetto all’anno precedente. Questa l’impietosa fotografia che emerge dal Rapporto annuale pubblicato da Legambiente “Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”.
Se complessivamente nel 2018 il numero dei reati contro l’ambiente è diminuito rispetto al 2017 quando avevano superato quota 30.000, sono aumentati gli illeciti compiuti in alcuni settori. Quasi 22 al giorno, 8.000 all’anno, i reati legati al ciclo illegale dei rifiuti, mentre quelli del cemento selvaggio hanno toccato quota 6.578, con una crescita del +68% rispetto al 2017. Un incremento che si spiega anche con il fatto che per la prima volta il rapporto Ecomafia ha conteggiato anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro, in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
Sul fronte del traffico illecito dei rifiuti, sono 459 le inchieste condotte dalle forze dell’ordine dal febbraio 2002 al 31 maggio 2019 utilizzando il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti. Complessivamente sono state 90 le procure che si sono messe sulle tracce dei trafficanti, portando alla denuncia di 9.027 persone e all’arresto di 2.023, coinvolgendo 1.195 aziende e ben 46 Paesi esteri. Le tonnellate di rifiuti sequestrate sono state quasi 54 milioni. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali e i rifiuti speciali contenenti materiali metallici.
Per quanto riguarda il traffico degli shopper illegali, nell’ultimo anno e mezzo (considerando il 2018 e i primi cinque mesi del 2019), sono stati sequestrati 6,4 milioni di borse di plastica illegali al porto di La Spezia, 15 tonnellate di borse di plastica illegali al porto di Palermo, 18 tonnellate di borse di plastica illegali al porto di Trieste.
Ambiente, boom della criminalità nell’agroalimentare
Boom della criminalità nel 2018 anche nell’agroalimentare: 44.795, quasi 123 al giorno, le infrazioni ai danni del made in Italy (erano 37.000 nel 2017), con un fatturato illegale – solo considerando il valore dei prodotti sequestrati – pari a 1,4 miliardi (+ 35,6%).
In leggera crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica con 7.291 reati, in pratica circa 20 al giorno, mentre fortunatamente sono diminuiti – grazie soprattutto alle favorevoli condizioni meteoclimatiche – gli incendi boschivi, passati da 6.550 del 2017 a “solo” 2.034 del 2018.
In termini di distribuzione geografica quasi la metà delle illegalità si è concentrata in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia: in testa la Campania con 3.862 illeciti (14,4% sul totale).
Novità di questa edizione del Rapporto ecomafie è uno specifico capitolo dedicato al mercato nero dei gas refrigeranti HFC, gas introdotti dal protocollo di Montreal in sostituzione di quelli messi al bando perché lesivi dello strato di ozono. Anche l’Italia figura in questo mercato internazionale (regolato da un complesso sistema di quote assegnate alle aziende produttrici) di cui una cospicua parte è completamente in nero.