Nei pesticidi ci si preoccupa della tossicità dei principi attivi, ma anche i cosiddetti inerti – le sostanze eccipienti – possono rappresentare un notevole rischio
di Maria Pia Terrosi
Anche gli eccipienti contenuti nei pesticidi in commercio possono essere tossici. Lo evidenzia una recente ricerca inglese – “Ignoring Adjuvant Toxicity Falsifies the Safety Profile of Commercial Pesticides” – che, confrontando numerosi studi sulla tossicità dei pesticidi in commercio, ha messo in luce come queste sostanze inerti ritenute innocue spesso invece abbiano una loro tossicità oppure siano in grado di accrescere la tossicità delle altre sostanze.
Quando si parla di eccipienti o di inerti si intendono tutte quelle sostanze non attive – emulsionanti, solventi, tensioattivi, coloranti, stabilizzanti, propellenti, agenti antischiuma – che vengono aggiunte nelle formulazioni del prodotto per vari motivi, per esempio per migliorare la capacità dei principi attivi di essere assorbiti e rendere la loro azione più efficace. Il loro mercato è in aumento: è stato valutato 2,51 miliardi di dollari nel 2015 (+ 5,8% annuo) e si stima che raggiungerà i 3,18 miliardi nel 2019.
Oggi la normativa non prevede che gli eccipienti presenti nella formulazione finale di un prodotto fitosanitario vengano specificati in etichetta: ne viene solo indicata genericamente la presenza. Inoltre, proprio perché ritenute sostanze prive di tossicità, non sono soggetti alla stessa regolamentazione prevista per i principi attivi.
Lo studio ha preso in esame i prodotti fitosanitari contenenti il glifosato: più di 750 erbicidi attualmente in commercio nel mondo con alla base lo stesso principio attivo – il glifosato appunto – ma con formulazioni differenti per quanto riguarda gli eccipienti. Ne è risultato che – a seconda delle combinazioni di eccipienti e del grado di inerti presente nel prodotto – la tossicità variava fortemente nelle diverse formulazioni. In alcuni casi i valori di tossicità erano 1.000 volte superiori rispetto a quelli dei principi attivi dichiarati.
Problemi simili sono stati riscontrati anche negli insetticidi a base di neonicotinoidi. L’attenzione degli studiosi si è focalizzata sui tensioattivi di silicio organico utilizzati per aumentare la capacità della sostanza attiva di entrare nell’organismo da combattere. Questi tensioattivi – presenti in alcune formulazioni fino a rappresentare il 2% della composizione del prodotto finale – sono altamente tossici per le api: una concentrazione di 100 ppm di un tensioattivo di silicio organico può indurre una mortalità superiore al 60% e aumentare la suscettibilità delle api di contrarre malattie virali. Altri eccipienti invece possono avere effetti negativi sulla riproduzione e lo sviluppo delle api e anche dei mammiferi.