La petizione delle associazioni agricole tra cui Aiab passa alla Commissione per un’analisi ulteriore
L’atteggiamento dell’Italia sui nuovi Ogm non appare chiaro neanche al Parlamento europeo. Tutto è partito dalla petizione presentata mesi fa da Ari (Associazione Rurale Italiana), Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e Usb (Unione Sindacale di Base) alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo. Obiettivo: chiedere un intervento per la mancata implementazione da parte dell’Italia della sentenza della Corte di Giustizia Ue del luglio 2018 in materia di Ogm. Questa sentenza prevede che tutti gli organismi ottenuti mediante i nuovi metodi di mutagenesi – le cosiddette ‘New Breeding Techniques’ (Nbt) – siano considerati Ogm a tutti gli effetti e come tali debbano essere regolamentati.
Invece, nonostante il nostro Paese abbia deciso di essere Ogm Free da molti anni, sulle Nbt ha una posizione meno chiara presentandoli come funzionali a un’agricoltura più sostenibile, produttiva e in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici.
La petizione delle associazioni è stata accolta e pubblicata dal Parlamento Europeo e inviata alla Commissione per un’ulteriore analisi e alle Commissioni per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare, per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale per uno specifico parere.
“La risposta del Parlamento Ue – scrivono le associazioni – dimostra che l’attuale liberalizzazione delle nuove tecniche di mutagenesi, tanto rapida quanto silenziosa, è allarmante. Non soltanto perché rappresenta una violazione delle decisioni della Corte di Giustizia Europea e dei cittadini italiani, ma anche una minaccia alla nostra salute e a quella degli ecosistemi agroalimentari. Gli Nbt e i Tea (Tecnologie evoluzione assistita) favoriscono l’ampliarsi delle monocolture industriali e distruggono la biodiversità agricola. Primo requisito per sistemi alimentari realmente resilienti, giusti e sostenibili. Inoltre, Ogm vecchi e nuovi corrodono l’autonomia dei contadini, che perdono i propri diritti alle sementi davanti ai monopoli di chi questi Ogm li produce”.
A questo punto – si legge nella nota stampa delle associazioni – restiamo in attesa della reazione della Commissione Europea. Siamo pronti a portare avanti la nostra posizione, ma sappiamo che la strada non sarà facile. Del resto, non possiamo aspettarci il sostegno della Commissione Europea. In uno studio pubblicato il 29 Aprile scorso ha già chiaramente espresso il suo favore ai nuovi Ogm. Suggerendo che le disposizioni attuali relative agli Ogm ‘non sono adatte ai progressi scientifici e tecnologici’ delle nuove tecniche di modificazione genetica”.