Circa il 30% del totale. A rischio anche specie comuni come i passeri. Sotto accusa i pesticidi
di Redazione
Nei cieli del Nordamerica ci sono sempre meno uccelli. Dagli anni anni ’70 del secolo scorso, almeno 3 miliardi di volatili, circa il 30 per cento del totale, sono scomparsi. A confermarlo è stata una ricerca pubblicata su Science e realizzata da un team di scienziati guidati da Ken Rosenberg del Laboratorio di ornitologia della Cornell University. “È sconcertante”, ha detto Rosenberg a commento della scoperta che rileva un calo della popolazione, tanto da far temere l’estinzione, anche per specie considerati comuni, come il piccione viaggiatore o il passero.
Quali le cause del declino?
Ancora una volta a finire sul banco degli imputati sono i pesticidi e l’uso sconsiderato che se ne fa. Tra le principali cause di questa strage, hanno infatti spiegato i ricercatori, c’è il restringimento dell’habitat e l’ampio uso di pesticidi. Lo studio è durato cinque anni ed è considerato uno dei più esaustivi finora realizzati. In tutto sono state studiate 529 specie di uccelli, i tre quarti di quelle presenti nel Nordamerica, pari al 90 per cento dell’intera popolazione aviaria. Rosenberg ha spiegato che ci si aspettavano dati negativi ma per quanto riguarda le specie più rare, mentre si attendeva un aumento delle specie comuni. Invece i risultati hanno mostrato un arretramento complessivo, anche delle specie più generaliste.
Quali sono le specie di uccelli più colpite?
Gli uccelli d’acqua e i rapaci ancora resistono, anche grazie al recupero del loro habitat e agli sforzi di conservazione. Ma tutto il resto è in crollo. “C’è un’erosione del numero degli uccelli comuni”, ha spiegato lo studioso, il cui team ha precisato che questa categoria ha perso 50 milioni di esemplari dal 1970. Passeri, canarini, fringuelli e merli sono stati colpiti in maniera particolarmente dura. I ricercatori si sono rivolti, per lo studio, a una serie di censimenti che vengono aggiornati ogni anno nel Canada e negli Stati Uniti.