Le proposte di Lisa Trinca, del gruppo “Mamme di Revine Lago” e portavoce del Comitato marcia Stop Pesticidi.
di Leonardo Vacca
Mamme contro i pesticidi. Il Veneto è contraddistinto dall’uso più intensivo in Italia di pesticidi, ma anche da un’ampia unione di forze del mondo dell’associazionismo decise a limitare il danno prodotto da questa situazione aprendo il dialogo con gli abitanti per arrivare a soluzioni concrete. Una di queste associazioni è “Mamme di Revine Lago”, nata tre anni fa per tutelare i bambini del piccolo Comune in provincia di Treviso. Lisa Trinca è la referente del gruppo e ha affiancato altre associazioni locali per la realizzazione della prima marcia Stop Pesticidi, con il supporto di associazioni ed enti nazionali. In occasione dell’edizione del 2019, che si terrà domenica 19 maggio, la abbiamo intervistata.
Come è nato il gruppo “Mamme di Revine Lago”?
Siamo nati prima della prima marcia, quando nel nostro piccolo Comune di 2.000 abitanti è stato realizzato un vigneto. Già i Comuni vicini erano stati invasi da questa monocoltura, che ha un’estensione di 100 mila ettari coltivati in tutto il Veneto e ben 40 mila ettari nella sola provincia di Treviso. Per tutelare i nostri figli abbiamo raccolto firme, arrivando a quota 850, non poche vista la popolazione totale.
Che cosa chiedevate con la raccolta firme?
Un regolamento più restrittivo rispetto ai Comuni limitrofi, per impedire la proliferazione di questa monocoltura anche nel nostro piccolo territorio. Il divieto del diserbo chimico in tutta l’area comunale e il limite di nuove piantumazioni indipendentemente dalla coltura scelta. Grazie anche a questa iniziativa, ad oggi nel Comune si può piantumare una superficie massima di 4 mila metri quadrati, con obbligo di inserimento di un corridoio ecologico che corrisponda al 20% della superficie totale, per favorire la biodiversità.
Il risultato?
A tutt’oggi, nel nostro Comune, quel primo vigneto grazie al quale partì la nostra protesta, rimane l’unico.
Come sono nati il contatto con le altre associazioni e la marcia?
Abbiamo fatto delle serate informative, aperte a tutti i cittadini, prendendo i primi contatti con l’Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente. Da lì, il contatto con le altre realtà dei Comuni vicini è stato costante. Si sono creati gruppi spontanei contro i pesticidi e una rete di associazioni di mamme in difesa dei bambini.
Quali sono gli obiettivi della marcia?
La marcia nasce perché volevamo dare una grande manifestazione di unità contro l’uso smodato di questi prodotti. La prima marcia ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini e molte associazioni locali. Da lì in poi la rete non si è più fermata: cresce di anno in anno dandoci la forza di organizzare le nuove edizioni. E, al di là della marcia, è stato creato il forum Stop Pesticidi, che unisce le stesse associazioni in un lavoro costante durante tutto l’anno, e ha già prodotto due documenti, votati all’unanimità. Si chiede la conversione di tutti i vigneti al biologico e il divieto di coltivarne di nuovi. Insieme, fino ad oggi, abbiamo fatto la differenza. Solo l’unione di una rete così grande, pur composta da piccole entità, può aiutare a raggiungere i risultati.