Le colline del prosecco sono patrimonio Unesco

A Baku sancito il riconoscimento per il territorio di Conegliano e Valdobbiadene. Contrarie le associazioni ambientaliste: troppi pesticidi

Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Lo ha deciso all’unanimità a Baku, in Azerbaigian, il World Heritage Commettee Unesco composto da rappresentanze di Stati selezionati dall’Unesco con il compito di valutare la candidatura dei siti. I paesaggi vitivinicoli delle colline del prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene sono quindi da oggi nella lista dei siti patrimonio culturale e naturale dell’umanità. Online il plauso del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi: “Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese”, si legge sul tweet della Farnesina.

Dopo la bocciatura del 2018

L’attesa decisione arriva dopo la bocciatura dell’anno scorso, quando l’iscrizione saltò per due voti (Spagna e Norvegia) portando al rinvio. Ma anche perché il comitato promotore aveva puntato sulla qualità del vino e non sui paesaggi vitivinicoli.

“Grande soddisfazione e immensa gioia per l’iscrizione a patrimonio dell’umanità delle Colline di Conegliano Valdobbiadene”, ha commentato Innocente Nardi, presidente dell’Associazione temporanea di scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell’umanità” e del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. “A Baku, l’Assemblea mondiale Unesco ha assegnato alle nostre colline questo ambìto riconoscimento, da oggi quindi rappresentano il 55° sito italiano da proteggere e tutelare per l’unicità del suo paesaggio culturale”.

C’è chi non brinda

Non tutti però brindano al riconoscimento Unesco. Associazioni ambientaliste, tra cui Wwf, Legambiente, Pesticides Action Network, Marcia Stop pesticidi, hanno tentato di richiamare l’attenzione sugli effetti della viticoltura intensiva e dell’uso di pesticidi che caratterizza la produzione di prosecco. E hanno consegnato all’Unesco tutta la documentazione per spiegare dettagliatamente i motivi della propria contrarietà. Anche due deputate venete (Sara Cunial e Silvia Benedetti) e una consigliera regionale (Patrizia Bartelle) si sono unite alla protesta, sfociata venerdì 28 giugno 2019 in un sit-in a Venezia davanti a Palazzo Zorzi, sede del Regional Bureau for Science and Culture in Europe Unesco.

“Le colline di Conegliano Valdobbiadene sono ormai diventate il simbolo di una monocoltura vinicola industrializzata che fa un uso smodato di pesticidi, cancella la biodiversità, mette sempre più a rischio la qualità delle acque, del suolo e soprattutto la salute delle comunità locali. L’espansione dei vigneti non risparmia nessuno, neppure le aree in prossimità di scuole ed asili”, ha commentato nel suo blog su Il Fatto Quotidiano Patrizia Gentilini di Medici per l’ambiente. “Un’ampia letteratura scientifica attesta ormai come l’esposizione residenziale ad erbicidi, insetticidi, fungicidi ampiamente usati anche nella viticoltura intensiva rappresenti un importante fattore di rischio per la comparsa di tumori infantili, malformazioni, autismo, deficit di attenzione, iperattività e diminuzione del quoziente intellettivo”.

Impegno per la tutela della biodiversità

Il governatore del Veneto Luca Zaia invece proclama “Vittoria” in un suo tweet, e aggiunge: “Il lavoro non è finito: ci dobbiamo preparare alle visite dei turisti, dei tecnici del mondo scientifico e di tutti coloro che saranno curiosi di visitare queste zone”. Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio: “Oggi è una giornata storica per il Veneto e l’Italia intera. Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, eccellenza del nostro made in Italy, sono finalmente, e giustamente, patrimonio dell’umanità”. Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costal’iscrizione delle colline del prosecco nella lista del patrimonio dell’umanità impone, ora, una maggiore responsabilità nella gestione del territorio. E’ fondamentale che tutti gli attori istituzionali aumentino l’impegno per la tutela dell’ecosistema e della biodiversità trasformando questa zona in un esempio di sostenibilità libero dai pesticidi”.

 

 

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