La Ue: gli alimenti biologici sono più sani

Il cibo e l’agricoltura prevengono malattie cardiovascolari, neurodegenerative e tumori. Lo afferma un rapporto del Parlamento europeo

di Goffredo Galeazzi


Gli alimenti biologici sono più sani. Mangiare cibi bio svolge un ruolo molto importante nella prevenzione di malattie cardiovascolari, neurodegenerative e tumori perché le colture biologiche non sono irrorate da pesticidi e hanno un miglior profilo nutrizionale. Inoltre gli alimenti bio di origine animale, oltre ad essere ottenuti in maniera più etica, riducono il rischio di antibiotico resistenza. Sono le conclusioni di uno studio “Human health implication of Organic food and Organic agriculture” pubblicato dal Parlamento europeo, basato su una revisione della letteratura esistente sull’impatto degli alimenti biologici sulla salute. E suggerisce che gli alimenti biologici e l’agricoltura bio possono contribuire allo sviluppo di un sistema alimentare ecologicamente sostenibile e sano. Lo studio, in buona sostanza, affronta un tema al centro del dibattito internazionale sullo sviluppo sostenibile e, in particolare, sull’individuazione di sistemi agroalimentari in grado di conciliare la fornitura di alimenti sicuri e di qualità con la tutela delle risorse naturali e con il contenimento delle emissioni di gas serra.

Alimenti sani, confronti nutrizionali

Gli alimenti biologici contengono più vitamine C, E e A (ß-caroteni) e fenoli. Inoltre, mangiare cibi biologici può ridurre il rischio di allergie o obesità, poiché i consumatori di prodotti biologici sono più consapevoli dei benefici di una dieta sana. Al contrario, gli alimenti non biologici hanno un contenuto più elevato di metalli tossici come il cadmio (+30%), un metallo pesante che viene incorporato nell’ambiente per la sua elevata presenza nei fertilizzanti chimici di sintesi, descritto come cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc).

Gli alimenti biologici di origine animale hanno un contenuto più elevato di omega-3, un acido grasso vitale che promuove il buon funzionamento cognitivo (apprendimento, memoria, ecc.) e del sistema nervoso. L’assunzione di omega-3 rafforza il sistema immunitario, aiuta a regolare la pressione sanguigna, abbassa i livelli di colesterolo cattivo (Ldl) e aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari.

L’effetto di pesticidi e antibiotici sulla produzione non bio

L’uso di antibiotici nella zootecnia convenzionale è fonte di preoccupazione per il Parlamento europeo e per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). È considerato un rischio per la salute pubblica perché interferisce con i trattamenti medici delle persone e crea batteri resistenti agli antibiotici.

D’altro canto, studi epidemiologici sull’effetto di agenti agrotossici, come insetticidi e pesticidi evidenziano gli effetti negativi dei prodotti fitosanitari sullo sviluppo di funzioni cognitive dei bambini (memoria, attenzione, pianificazione, apprendimento, orientamento, lingua, ragionamento, ecc.) in base agli attuali livelli di esposizione. Tali gravi rischi possono essere ridotti consumando alimenti biologici, specialmente durante la gravidanza e l’infanzia. L’Epa, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, ritiene che il 60% degli erbicidi, il 90% dei fungicidi e il 30% degli insetticidi siano potenzialmente cancerogeni.

Secondo un numero sempre crescente di ricerche – che peraltro prendono in considerazione i singoli principi attivi e non il mix di sostanze con cui ciascuno di noi entra in contatto ogni giorno – non è più possibile negare una correlazione tra pesticidi e l’insorgere di patologie gravi e sempre più diffuse come cancro, malattie respiratorie, disfunzioni metaboliche e tiroidee, infertilità e disordini riproduttivi, autismo, deficit di attenzione, iperattività e danni al neuro sviluppo nei bambini, diabete, malattie neurodegenerative come morbo di Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

La perdita di biodiversità vegetale

Inoltre la perdita di biodiversità vegetale ha reso le stesse specie di piante coltivate più deboli, più vulnerabili agli eventi climatici, alle erbacce infestanti e ai parassiti; l’introduzione di monocolture, il mancato rispetto della stagionalità, l’abbandono del sistema della rotazione delle colture che consentiva una naturale rigenerazione del suolo hanno inoltre richiesto un sempre più massiccio aiuto da parte della chimica, generando un ulteriore circolo vizioso a danno della salute umana. A vari livelli, tutti sono ormai esposti a pesticidi, erbicidi, fungicidi e altre sostanze: penetrano nel suolo e nelle falde acquifere e vengono dispersi dal vento e si possono ritrovare sotto forma di residuo negli alimenti.

Per la salute, la situazione peggiora ulteriormente se in tavola finiscono cibi confezionati, raffinati e alterati, ricchi di conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità. Secondo l’Oms, le cosiddette malattie non trasmissibili (Mnt) causate da diete inadeguate, ricche di calorie, ma povere di sostanze nutritive, con elevati livelli di grassi, zuccheri e sale, causano 40 milioni di morti l’anno perché responsabili (o corresponsabili) di malattie cardiovascolari, diabete, obesità, tumori e malattie respiratorie croniche.