Uno studio dell’Istituto per l’ambiente di Monaco ha accertato che i pesticidi impiegati nei meleti altoatesini sono in grado di arrivare fino alla Val Monastero, in Svizzera
di Maria Pia Terrosi
Ne fanno di strada i pesticidi utilizzati nei meleti in Alto Adige. È emerso dallo studio condotto nel cantone svizzero dei Grigioni dall’Istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera (Umweltinstitut) che ha dimostrato come i pesticidi impiegati nei meleti in Val Venosta si ritrovano – trasportati dal vento – fino in Val Monastero in Svizzera, in pratica viaggiando per molti chilometri.
I ricercatori tedeschi hanno posizionato sei rilevatori in tre diversi siti della Val Monastero nel periodo compreso tra aprile e novembre del 2019. Le stazioni di rilevamento hanno scoperto nel terreno tracce di 10 diversi principi attivi contenuti nei pesticidi (tra cui Captano e Phosmet) a concentrazioni maggiori via via che ci si avvicinava ai confini italiani.
Seppur a concentrazioni non elevate, la presenza di pesticidi in Val Monastero crea un bel problema per gli agricoltori locali che in questa vallata praticano quasi tutti agricoltura biologica e pertanto rischiano di trovarsi con i loro prodotti contaminati.
Ma soprattutto lo studio smentisce definitivamente la convinzione secondo cui la dispersione delle sostanze attive nell’aria sia trascurabile. Al contrario sarebbe necessario misurare come effettivamente si distribuiscono nell’aria i principi attivi e sulla base di questi esperimenti realistici riformare la procedura di approvazione dei pesticidi.
“Nella parte svizzera della Val Monastero abbiamo rilevato nel terreno la presenza di principi attivi di pesticidi non utilizzati in quel territorio. Inoltre, i risultati collimano, anche temporalmente, con quelli riscontrati nell’altoatesina Val Venosta. Possiamo quindi presumere che i pesticidi impiegati nella frutticoltura intensiva dell’Alto Adige e presenti nell’aria vengano trasportati per molti chilometri raggiungendo la vicina Val Monastero, in Svizzera. I nostri risultati dimostrano ancora una volta che l’Unione europea, avallando i pesticidi, ha una visione irrealistica dell’effettiva diffusione aerea di queste sostanze”, ha precisato in una nota Karl Bär, referente per le politiche agricole dell’Umweltinstitut e responsabile delle rilevazioni effettuate per conto delll’ufficio per la natura e l’ambiente (Anu) del cantone dei Grigioni.
“Anche le misure per ridurre al minimo la deriva non impediscono agli agenti di diffondersi nell’aria. Se vogliamo evitare che il nostro ambiente e la nostra salute vengano ulteriormente messi in pericolo dai pesticidi, dobbiamo trarre conclusioni: questi agenti non devono più essere utilizzati”, ha commentato Bär.