La lobby dei pesticidi cerca una sponda nella Fao

Lettera di intenti del direttore generale Qu Dongyu con l’associazione che rappresenta le principali multinazionali agrochimiche. La denuncia e la preoccupazione di scienziati e agronomi

di Goffredo Galeazzi

Una “lettera di intenti” senza precedenti firmata dal direttore generale della Fao, Qu Dongyu e Giulia Di Tommaso, presidente e Ceo di CropLife International, l’associazione che rappresenta Bayer, Syngenta, Corteva, Basf e le principali multinazionali agrochimiche, ha sollevato preoccupazione tra scienziati, agronomi, professori di scienze ambientali.

“La Fao e CropLife International hanno oggi rinnovato e rafforzato il loro impegno a lavorare insieme per trovare nuovi modi per trasformare i sistemi agroalimentari e promuovere lo sviluppo rurale attraverso investimenti sul terreno e innovazione”, si legge nel testo. CropLife è una potente lobby che a livello europeo ha esercitato pressioni su Bruxelles per evitare il divieto di alcuni tipi di pesticidi che la ricerca ha dimostrato essere fortemente legati all’estinzione delle api.

Tra i più forti critici dell’accordo c’è Mark Davis, che è stato a capo del Programma Fao per la gestione dei pesticidi dal 2007 al 2015. Nella sua lettera a Qu Dongyu, Davis ha osservato che “CropLife International rappresenta un’industria multimiliardaria il cui obiettivo è massimizzare le vendite di prodotti chimici per l’agricoltura, sementi e materiale genetico, indipendentemente dal fatto che giovino o meno agli agricoltori. Ci sono poche prove scientifiche oggettive che i loro prodotti agrochimici siano vantaggiosi per gli agricoltori e la sicurezza alimentare, mentre vi sono prove crescenti che gli impatti negativi di queste sostanze chimiche sulla biodiversità e sulla salute umana sono molto più elevati di quanto si credesse in precedenza, oltre a minare la sostenibilità e la conservazione delle risorse genetiche”.

“La Fao guida il mondo nella comprensione e nella promozione di un’agricoltura sostenibile”, ha continuato Davis. “Ciò include l’efficienza nell’uso delle risorse, la riduzione al minimo degli input esterni, la conservazione e il miglioramento dell’agrobiodiversità e della diversità genetica, la lotta alla disuguaglianza sociale e il rafforzamento della capacità istituzionale. CropLife International rappresenta gli organismi che hanno costantemente minato tutti questi obiettivi, nonostante la loro retorica”. Per Davis “avere il logo della Fao associato a CropLife International e ai suoi membri vale miliardi per loro, ma la loro associazione danneggerà gravemente la reputazione e l’imparzialità della Fao”. Davis non nasconde che la Fao “ha bisogno di collaborare con il settore privato. Ma il settore privato assume molte forme. Eppure gli organismi che rappresentano il commercio globale di merci prodotte in modo sostenibile faticano a trovare un linguaggio comune con la Fao e le aziende che lavorano per sviluppare alternative sostenibili ai pesticidi sono ignorate o messe a tacere dalla grande industria”. Rivolto a Qu Dongyu, lo ha invitato “a fermarsi a una lettera di intenti e a non procedere con accordi più strutturati con CropLife International”.

Si sono avute anche altre prese di posizione contro l’accordo. Giovedì 19 novembre sono state consegnate alla FAO due lettere, una firmata da quasi 300 scienziati e accademici , l’altra da 350 organizzazioni della società civile.  Hanno chiesto all’agenzia delle Nazioni unite maggiore prudenza nel rapporto con CropLife. Entrambe le lettere sono indirizzate al direttore generale della Fao, eletto nel giugno 2019.

“La proposta di rafforzare la collaborazione tra Fao e CropLife mina la politica della Fao per ridurre i rischi associati all’uso di pesticidi in tutto il mondo”, hanno scritto gli scienziati nelle loro lettere. Secondo i firmatari delle lettere – inclusi agronomi, professori di scienze ambientali e tossicologia, oltre a David Michaels, l’ex capo dell’agenzia americana per la salute sul lavoro, Osha – questa partnership rappresenta “un conflitto di interessi con la missione e il mandato delle Nazioni unite di proteggere la biodiversità, sostenere i beni pubblici e rispettare e proteggere i diritti umani come il diritto alla salute, un ambiente di lavoro sicuro, un’aria e un’acqua pulite”.

La lettera delle associazioni, firmata in particolare dal Pesticide Action Network (PAN), dall’Istituto per la politica agricola e commerciale (IATP) e da Les Amis de la Terre, aggiunge: “Una tale collaborazione significherebbe che “la Fao rinuncia al suo ruolo di leader mondiale nel sostegno ad approcci agricoli innovativi”.