Un decreto legge francese introduce misure per favorire le tecniche di biocontrollo
Insetti che si cibano di parassiti; batteri che uccidono funghi. Sono due esempi di tecniche di biocontrollo: un insieme di metodi di protezione delle piante basati su meccanismi naturali e sulle interazioni esistenti tra le specie nell’ambiente naturale. Il classico esempio è la coccinella, un micro predatore in grado di controllare i parassiti nelle colture del mais, tradizionalmente utilizzate in agricoltura.
Queste tecniche consentono di controllare insetti e patogeni dannosi per l’agricoltura in modo efficace e a basso impatto ambientale. Rappresentano dunque una leva strategica per un’agricoltura sostenibile e per limitare l’uso di pesticidi. Si tratta di prodotti e agenti che utilizzano meccanismi naturali come parte della lotta integrata contro i nemici delle coltivazioni. In particolare: microorganismi, macroorganismi come acari, insetti e nematodi, mediatori chimici come feromoni e kairomones o sostanze naturali di origine vegetale, animale o minerale.
Lo ha capito bene la Francia che da molti anni sta lavorando sul tema, arrivando a definire un quadro normativo in materia di biocontrollo avanzato rispetto a quello europeo. Tanto che nel 2018 in Francia il biocontrollo rappresentava l’8% del mercato dei prodotti fitosanitari, ovvero 170 milioni di euro. E il 10% nel 2020. Le stime sono di arrivare al 30% nel 2030, secondo i dati dell’associazione delle società di biocontrollo (Ibma).
La spinta al settore del biocontrollo in Francia non è avvenuta per caso. E’ frutto di una scelta finalizzata a imprimere un cambio di rotta nell’agricoltura riducendo l’uso di pesticidi. L’obiettivo di Parigi infatti è dimezzarne l’uso entro il 2025, abbandonando così un modello agricolo definito dall’ex ministro della Transizione ecologica Elisabeth Borne “Alla fine del suo ciclo di vita”.
Per promuovere lo sviluppo delle tecniche di biocontrollo la Francia con un recente decreto legge ha introdotto una serie di vantaggi per le aziende che li producono. Per prima cosa potranno beneficiare di procedure accelerate per la valutazione delle domande di autorizzazione all’immissione in commercio. Inoltre, saranno soggette a una tassazione ridotta nell’ambito di queste procedure. Se i prodotti fitosanitari hanno un periodo di valutazione pari a 12 mesi, per i prodotti di biocontrollo è di soli 6 mesi.
Potranno inoltre essere utilizzati in spazi verdi e zone pedonali accessibili o aperte al pubblico e esentati dall’obbligo di attuare misure a tutela delle persone in prossimità di aree adiacenti edifici abitati. Infine, a differenza dei fitofarmaci potranno fare pubblicità commerciale e saranno esentati dall’obbligo di approvazione fitosanitaria.