La favola dei colibrì (che i pesticidi possono far finire male…)

Gli insetticidi neonicotinoidi, letali per gli insetti impollinatori, sono pericolosi anche per questi coloratissimi volatili

di Barbara Battaglia

Sono gli uccellini più piccoli del mondo. Ne esistono oltre 340 specie, di tutti i colori e le dimensioni. E sbattono le ali anche 50 volte al minuto: stiamo parlando dei colibrì, appartenenti alla famiglia dei trochilidi. Presente nella mitologia maya ed azteca, questo mini volatile impollinatore è caratterizzato da un metabolismo molto particolare. Consuma energia a una velocità 10 volte superiore a quella di un maratoneta olimpico. Ed è proprio questa caratteristica che lo rende particolarmente vulnerabile all’esposizione ai pesticidi.

Secondo uno studio di alcuni ricercatori del laboratorio di Ken Welch, dipartimento di biologia dell’University of Toronto Scarborough (UTSC), i colibrì esposti a insetticidi neonicotinoidi –notoriamente pericolosissimi per gli insetti impollinatori – subirebbero delle alterazioni del metabolismo. Ne dà notizia in questo recente articolo il responsabile stampa dell’ateneo canadese, Don Campbell, e la ricerca è stata riportata anche dal portale Beyond pesticides (https://www.beyondpesticides.org).

I dati emersi dallo studio canadese dimostrano che i colibrì, se esposti ai neonicotinoidi sistemici anche per un breve periodo di tempo, perdono il loro invidiabile metabolismo “ad alta potenza”. In particolare, nel corso dell’esperimento, il gruppo di colibrì esposti a dosi maggiori di neonicotinoidi nel giro di due ore ha mostrato una riduzione del dispendio energetico pari al 25%. Ed è già stato dimostrato che tali sostanze agiscono sul recettore nicotinico dell’acetilcolina (nAChR) impedendo alle api e agli altri impollinatori di muoversi e respirare.

L’industria dei pesticidi ha sempre sostenuto che questo prodotto fosse dannoso solo per gli invertebrati. Ma la ricerca sui colibrì, una delle prime fatte fino ad oggi su questo volatile, dimostrerebbe ben altro.

I neonicotinoidi sono ad ogni modo vietati per tutti gli usi all’aperto in Europa (dal 2018) e in Canada, ma non negli Stati Uniti. Da quando sono stati introdotti, circa 25 anni fa, si è assistito nell’agricoltura nordamericana a un’esplosione del rischio per le api e gli altri insetti fondamentali per la protezione della biodiversità, come avevamo spiegato in questo articolo su Cambia la terra.

Di qui l’allarme degli studiosi canadesi, che hanno riscontrato tracce di neonicotinoidi nei piccoli uccelli e deciso quindi di capirne gli effetti.

La parte del colibrì

Un’antica favola africana racconta che un giorno scoppiò un grande incendio nella foresta.Tutti gli animali scapparono spaventati. Tutti tranne uno, il piccolo colibrì, che si mise invece a raccogliere acqua nel becco per buttarla sull’incendio. E al leone, che gli chiedeva come pensava di poter spegnere un incendio gigante con poche gocce d’acqua, il colibrì rispose: “Faccio la mia parte”.

Facciamogli continuare a fare la sua parte, al “magico” colibrì. Senza pesticidi nell’aria e nel suolo.