Istituto Ramazzini: il glifosato è pericoloso anche a dosi considerate sicure

Pesanti conseguenze sul sistema riproduttivo e sullo sviluppo. Dal 1974 ad oggi nel mondo sono stati usati 8,6 miliardi di chilogrammi di erbicidi a base di glifosato.


Anche a dosi considerate sicure l’esposizione agli erbicidi a base di glifosato – Round up compreso – ha pesanti conseguenze sul sistema riproduttivo e sullo sviluppo.

A queste conclusioni è arrivato uno studio pilota della durata di 13 settimane condotto su ratti di sesso maschile e femminile dall’Istituto Ramazzini e da una rete di partner scientifici tra cui l’Università di Bologna, l’Ospedale di Genova San Martino, l’Istituto Nazionale della Salute, l’Università di Copenaghen, l’Università Federale di Paraná, l’Icahn Scuola di Medicina al Monte Sinai e alla George Washington University.

La ricerca, costata 300 mila euro raccolti grazie ai soci dell’Istituto Ramazzini, costituisce la base per un successivo studio integrato a lungo termine e mirava a ottenere informazioni generali sulla tossicità degli erbicidi a base di glifosato durante diversi periodi dello sviluppo (neonatale, infanzia, adolescenza) e ad identificare precoci marker espositivi.

Da anni gli effetti dell’esposizione a erbicidi a base di glifosato (GBH) sulla salute umana sono oggetto di un intenso dibattito scientifico per i suoi potenziali effetti cancerogeni e non cancerogeni, compresi potenziali effetti sul sistema endocrino. Il dato rilevante rappresentato da questo studio è rappresentato dal fatto che le dosi somministrate ai ratti erano equivalenti a quelle considerate “accettabili” secondo l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, ovvero pari a 1,75 mg / kg di peso corporeo al giorno, bambini compresi.

Il glifosato e un suo formulato (il Roundup Bioflow, MON 52276) sono stati testati su ratti Sprague Dawley, a partire dalla vita embrionale fino a 13 settimane dopo lo svezzamento, esposti a una dose di glifosato sciolto in acqua da bere. Lo studio ha dimostrato che l’esposizione a GBH ha indotto effetti endocrini e alterati parametri dello sviluppo riproduttivo nei ratti. In particolare, sono stati riscontrati effetti androgeni, ritardo del primo estro e aumento del testosterone nelle femmine.

I risultati di questo studio confermano la necessità di portare avanti uno studio più esaustivo e a lungo termine sui GBH in grado di confermare quanto emerso. A tal fine l’Istituto Ramazzini, con il supporto di altri istituti indipendenti e università in Europa e negli Stati Uniti ha lanciato una campagna di crowdfunding – budget previsto 5 milioni di euro – che sta già ricevendo supporto da pubblico, politici e ONG in tutto il mondo.

Dal 1974 ad oggi nel mondo sono stati usati 8,6 miliardi di chilogrammi GBH e l’uso di glifosato è aumentato di 15 volte da quando nel 1996 sono state introdotte colture geneticamente modificate.

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