Un rapporto della Federazione della Camere del commercio indiane denuncia i danni irreversibili all’ambiente e la contaminazione delle acque, con squilibri sulla flora e la fauna, e impatti negativi sulla salute umana e animale.
di Goffredo Galeazzi
Un rapporto della Federazione della Camere indiane del commercio e dell’industria indica che il 30% dei pesticidi usati in India è contraffatto e quindi non controllato. Un fenomeno che cresce del 20% l’anno e che nel 2019 raggiungerà il 40% del totale dei pesticidi utilizzati. Il rapporto evidenzia come questa situazione metta a rischio il ruolo dell’India come esportatrice di grano, frutta e verdura. In cifre, sono a rischio l’export di 29 milioni di tonnellate di grano, per un valore pari a 26 miliardi di dollari, e di tre milioni di tonnellate di frutta e verdura, per una valore di 1,43 miliardi di dollari. Il documento denuncia i danni irreversibili all’ambiente con degradazione del suolo e sua inutilizzabilità per successive coltivazioni e la contaminazione delle acque di superficie e profonde, per la presenza di sostanze tossiche sconosciute e di metalli pesanti, con squilibri sulla flora e la fauna, e impatti negativi sulla salute umana e animale. La mole di pesticidi contraffatti, preparati clandestinamente e commercializzati spesso con nomi che ricordano l’originale, rappresenta fino al 30 per cento del mercato indiano dei pesticidi dal valore complessivo di circa 4 miliardi. Questo traffico sta guadagnando progressivamente sempre più ricche quote di mercato in quello che è il quarto stato produttore al mondo di pesticidi al mondo e il sesto maggiore esportatore.