In Europa si fa strada l’Eco-score 

Obiettivo: mettere in etichetta l’impatto ambientale di ogni prodotto fabbricato e venduto nell’Unione Europea

Mettere in etichetta l’impatto ambientale di ogni prodotto fabbricato o venduto in Europa. L’Eco-score è l’idea alla base dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) presentata alla Commissione Ue lo scorso 30 giugno. Con la registrazione gli organizzatori possono avviare il processo di raccolta delle firme in almeno 7 Paesi europei puntando a raggiungere la soglia del milione di firme necessarie per “costringere” la Commissione europea a rispondere in materia. 

Nata sulla scia di Nutri-Score (etichetta che informa sulla salubrità e qualità nutrizionale di cibi e bevande), Eco-Score vuole allargare il campo. Obbligatoria e chiaramente visibile sulla confezione, l’etichetta eco-score dovrebbe dare ai consumatori informazioni trasparenti sull’impatto ambientale dei prodotti fabbricati o venduti sul mercato dell’Unione Europea nell’intero ciclo di vita. Ovvero dall’estrazione delle materie prime alla lavorazione e al trasporto, fino al trattamento dei rifiuti o al riciclo. Alimentare e abbigliamento i settori inizialmente interessati, anche se l’obiettivo è estenderla a tutti i prodotti.

“La proposta Eco-score è pensata per mandare un segnale chiaro alle istituzioni europee sull’importanza di agire per l’ambiente e di sensibilizzare i cittadini con un’unica indicazione, in modo da evitare confusione”, affermano gli organizzatori.

Secondo i proponenti dell’Ice, per calcolare l’Eco-score si potrebbe utilizzare un sistema di bonus/malus su alcuni indicatori che valutino l’impatto sulla qualità del suolo e dell’acqua, il benessere degli animali, il riconoscimento del marchio europeo di agricoltura biologica, l’aspetto locale o stagionale del prodotto. 

L’introduzione dell’Eco-score consentirebbe ai consumatori europei di compiere scelte consapevoli che tengano conto dell’impatto ambientale dei prodotti offerti, sulla base di indicazioni chiare e affidabili. Inoltre spingerebbe le aziende a fare meglio, riducendo l’impatto ambientale dei loro prodotti. 

Questa Ice dà voce alle sempre maggiori richieste di informazione e trasparenza che vengono dai consumatori europei sui prodotti che consumano. Uno studio del 2020 ha infatti rilevato che più della metà dei cittadini dell’Ue vorrebbe vedere indicato l’impatto ambientale dei prodotti alimentari che intende acquistare. Per intercettare tale domanda sono già numerose le aziende – soprattutto in Francia e Belgio – che hanno sviluppato propri sistemi di etichettatura. Yuka, Open Food Facts e Marmiton hanno introdotto un Eco-score semaforico basato sul modello francese Nutri-score, con prodotti a cui è stato assegnato un punteggio da A a E.

Non solo. I consumatori della catena belga Colruyt possono consultare i punteggi di sostenibilità di circa 2.500 prodotti tramite l’app SmartWithFood semplicemente scansionando il codice a barre del prodotto. E’ scesa in campo anche Carrefour. La catena di supermercati francese ha lanciato un display ambientale visibile sul sito e si sta preparando ad applicare un punteggio ecologico a tutti i suoi prodotti alimentari online. L’esperimento – affermano dal Gruppo- consentirà a Carrefour di analizzare il feedback e le aspettative dei clienti per evidenziare potenziali miglioramenti nella metodologia di calcolo. 

Ma non sempre i sistemi di etichettatura elaborati dalle aziende tengono adeguatamente conto di tutti gli impatti prodotti nell’intera catena di produzione. Trascurati in queste etichette – secondo alcune associazioni ambientaliste – gli impatti connessi all’impiego dei pesticidi e all’uso di antibiotici. Così come non sono inclusi negli indicatori i benefici dell’agricoltura biologica o dell’allevamento sostenibile.