Il Pd veneto rilancia il referendum sui pesticidi nelle terre del prosecco

Il nuovo ricorso per fermare il referendum definito “un segnale di intolleranza” dal consigliere regionale Zanoni

“Gli abitanti del territorio del prosecco devono poter dire la loro sui pesticidi. Consorzi e associazioni di categoria di produttori sbagliano a presentare ricorso per fermare la consultazione dei cittadini sull’impiego di queste sostanze.  Mi auguro che il Consiglio dia il via libera definitivo.” Con queste parole il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni ha  commentato il secondo ricorso presentato al Consiglio di Stato per cancellare il provvedimento di rinvio del referendum firmato dal sindaco di Conegliano Fabio Chies. 

A Conegliano sui pesticidi si preferisce procedere a suon di ricorsi piuttosto che sentire il parere dei cittadini. Il ricorso presentato il 2  febbraio si aggiunge infatti a uno precedente che chiedeva l’annullamento dell’atto del comune che dichiarava ammissibile il referendum

“Le preoccupazioni sono legittime, se poi la maggioranza dei residenti sarà favorevole a mantenere lo status quo ne prenderemo atto. Ma voler impedire, anziché incentivare, le forme di partecipazione aggiungendo ricorsi su ricorsi, è un gesto inutilmente arrogante. Non è tappando la bocca ai cittadini che si difendono le proprie ragioni”, ha aggiunto Zanoni. Ma fino a oggi le richieste dei 2.552  cittadini di Conegliano che nel 2018 chiesero di pronunciarsi sull’uso dei pesticidi non hanno avuto risposta. 

Anche perché sono i cittadini di Conegliano a vivere in prima persona gli effetti prodotti dall’uso massiccio di sostanze chimiche, in un’area che è diventata un’enorme monocoltura del prosecco. In  Veneto infatti la vendita e l’impiego di pesticidi continua ad aumentare. La Regione ha la maglia nera in questo campo: 12 chili/ettaro rispetto a una media nazionale di 5. 

E la convivenza della popolazione con i pesticidi risulta spesso difficile. Lo dimostrano le numerose denunce raccolte in queste zone riferite a trattamenti con i pesticidi in orari non permessi, al mancato rispetto delle distanze di sicurezza o all’uso di queste sostanze vicino a edifici scolastici. In questo contesto l’esperienza di Conegliano può diventare un esempio da seguire  anche in altri Comuni che soffrono gli stessi problemi.