Il bio nel deserto può funzionare

L’esperienza di Emirates Bio Farm dimostra la validità del modello biologico anche in contesti difficili 

Sembra una sfida quasi impossibile quella di coltivare terreni desertici e ancor più farlo utilizzando metodi biologici e con ridotti impatti ambientali. Eppure anche nei contesti estremi l’agricoltura biologica si dimostra il modo migliore per produrre cibo senza tralasciare la sostenibilità.  E’ quello che succede negli Emirati Arabi Uniti dove è attiva Emirates Bio Farm, un’azienda agricola biologica distribuita su 25 ettari tra Dubai e Al Ain che non utilizza pesticidi.

La sostenibilità e l’indipendenza alimentare sono obiettivi che gli Emirati Arabi Uniti dichiarano di voler raggiungere, anche attraverso l’impegno di produttori privati come Emirates Bio Farm che puntano su riciclo degli scarti, produzione locale, educazione e agriturismo per promuovere lo sviluppo agricolo del Paese. 

Il ricorso a metodi di coltivazione biologici con ridotti impatti ambientali appare una scelta fondamentale in queste aree del pianeta dove le terre coltivabili sono appena l’1% del territorio, quasi il 90% del cibo viene importato, l’agricoltura e l’irrigazione assorbono oltre la metà delle risorse idriche disponibili. 

“Produciamo oltre 60 varietà di frutta e verdura e 8.000 uova ogni giorno tutte certificate bio che distribuiamo per il mercato locale “, ha spiegato Yazen Al Kodmani, direttore dell’azienda agricola che vede nella filiera corta e nell’educazione agroalimentare due punti chiave della sua strategia. 

Le sfide che abbiamo di fronte non sono poi tanto diverse da quelle che ci sono in altre parti del mondo”, ha dichiarato all’agenzia Ansa Al Kodmani. “La scarsità d’acqua ad esempio non è una sfida solo per noi, ma per molti Paesi in tutto il mondo. Una sfida che noi cerchiamo di vincere anche riducendo scarti e sprechi in ottica circolare”.