I neonicotinoidi fanno strage anche di pesci

Uno studio giapponese dimostra come questi pesticidi abbiano un pesante impatto, oltre che sulle api, sulla vita acquatica

di Maria Pia Terrosi


Non solo api e uccelli ma anche i pesci sono vittime di pesticidi. Uno studio giapponese appena pubblicato su Science ha monitorato la concentrazione di neonicotinoidi nell’acqua del lago Shinii in Giappone, mettendola in relazione con il drammatico calo che si è verificato nella quantità di pescato.

Se ormai sono ben noti gli impatti negativi dei neonicotinoidi sulle specie impollinatrici, così come su mosche, libellule e lumache, i risultati della ricerca giapponese evidenziano nuovi e potenziali effetti indiretti su altri organismi, tra cui appunto i pesci.

In pratica nel giro di un solo anno da quando – nel 1993 – si sono iniziati a utilizzare neonicotinoidi nella coltivazione del riso nei terreni limitrofi al lago giapponese, la popolazione di insetti acquatici e plancton è iniziata a diminuire. Una brutta fine l’ha fatta il moscerino Chironomus plumosus, ormai completamente scomparso da 39 siti monitorati  nella ricerca, mentre era abbondante nel 1983. Destino simile per il Sinocalanus tenellus, un plancton diminuito dell’83%.

Nei dieci anni successivi all’introduzione dei neonicotinoidi e alla forte riduzione di insetti e placton, la quantità di pescato è crollata: -90% per lo  sperlano passato da 240 tonnellate all’anno a 22. Ugualmente drammatica la diminuzione delle anguille: -74%.

Altri fenomeni – per esempio la  minor concentrazione di ossigeno e la presenza di specie aliene nelle acque del lago– non spiegano quanto evidenziato dalla ricerca,  visto che la presenza di specie di pesci che non si cibano di invertebrati è rimasta inalterata.

Inoltre, visto che attualmente i neonicotinoidi continuano ad essere tra gli insetticidi più utilizzati al mondo (hanno un mercato che vale più di 3 miliardi di dollari all’anno) quello che è successo nel lago Shinii molto probabilmente sta succedendo anche altrove. Nel Regno Unito, per esempio, una recente ricerca ha rilevato nei fiumi dell’Inghilterra orientale livelli di neonicotinoidi molto simili a quelli del lago giapponese. E le conseguenze potrebbero essere le stesse.