Glifosato: ok UE a rinnovo, nuove regole nel 2018

Bruxelles formalizza la decisione presa a fine novembre dagli Stati membri a maggioranza qualificata. I Verdi europei hanno lanciato un’iniziativa perché il Parlamento europeo presenti una richiesta alla Corte di giustizia dell’UE per chiedere l’annullamento del rinnovo quinquennale. Spd, Verdi e Linke hanno presentato una mozione al Bundestag per mettere al bando nel paese l’uso del glifosato. La Coalizione italiana #Stopglifosato: l’Italia anticipi la sua eliminazione

di Goffredo Galeazzi


La Commissione europea ha formalmente rinnovato oggi la licenza del glifosato per cinque anni ed entro la primavera 2018 proporrà modifiche per rendere più trasparenti le decisioni sui pesticidi e per migliorare la qualità e l’indipendenza delle valutazioni scientifiche. Lo rende noto un comunicato stampa dell’esecutivo comunitario in cui si precisa che il collegio dei commissari ha anche adottato una comunicazione in risposta alla iniziativa dei cittadini europei che chiedeva il divieto del glifosato, vincoli a livello UE sui pesticidi e una revisione della legislazione sull’approvazione del loro utilizzo sul territorio europeo (le risposte). Nella comunicazione, la Commissione ha annunciato una proposta legislativa per migliorare l’accesso pubblico ai dati degli studi scientifici presentati dall’industria. Nel documento si riafferma il principio che l’onere finanziario della prova sulla sicurezza dei prodotti spetta a chi fa domanda per commercializzarli in Europa, ovvero l’industria dei pesticidi.

Tuttavia, la Commissione si è impegnata ad esaminare nei prossimi mesi la possibilità di prevedere il finanziamento di studi ‘ad hoc’ da parte delle agenzie europee in caso di seri dubbi sulle sostanze ampiamente utilizzate. In tali casi, potrebbe essere previsto anche un coinvolgimento delle autorità nazionali pubbliche e un auditing rafforzato degli stessi studi.
Per la coalizione italiana #StopGlifosato “ancora una volta hanno prevalso gli interessi dell’industria agrochimica – dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce della coalizione che riunisce 51 sigle di Associazioni che si occupano di ambiente e agricoltura – in particolare quella tedesca che attende il via libera alla fusione Bayer-Monsanto. A questo punto “l’Italia sia coerente con il voto contrario al glifosato espresso a Bruxelles anticipando la sua eliminazione totale dalla nostra agricoltura”.
Crescono intanto le iniziativa parlamentari per bloccare l’uso dell’erbicida. I Verdi europei hanno lanciato un’iniziativa per raggiungere una maggioranza al Parlamento europeo in modo da presentare una richiesta alla Corte di giustizia dell’UE per chiedere l’annullamento della decisione di rinnovare la licenza per 5 anni. Mentre il parlamento tedesco è chiamato a discutere di una mozione presentata dalla Spd, Verdi e Linke per mettere al bando nel paese l’uso del glifosato, malgrado il ministro dell’Agricoltura tedesco Christian Schmidt abbia votato l’autorizzazione per altri cinque anni in Europa. Una decisione criticata dalla stessa cancelliera Angela Merkel che aveva pubblicamente accusato il suo ministro di aver disatteso le direttive del governo in sede di voto.
A partire dalla decisione formale di rinnovo decisa a Bruxelles, uno Stato membro o il Parlamento europeo ha due mesi di tempo per presentare un ricorso di annullamento alla Corte di giustizia dell’Unione europea del Lussemburgo. E proprio a una presa di posizione del Parlamento europeo lavora il gruppo dei  Verdi-Ale (EQUO). Concorda con la posizione dei Verdi Per Olivier De Schutter, professore di Diritto ed esponente speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo dal 2008 al 2014: “anche il Parlamento europeo potrebbe contestare il regolamento di attuazione della Commissione europea”. Per De Schutter “la Commissione europea ha trasformato quella che in origine era una questione di salute pubblica in una crisi istituzionale. Ha trascurato il parere dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Oms, che il glifosato è probabilmente cancerogeno per l’uomo, nonostante gli esperti Iarc siano molto più rispettati dalla comunità scientifica rispetto alle agenzie europee, come l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), le cui opinioni sembrano basato in gran parte sui documenti forniti dalla Monsanto”. De Schutter  ritiene che la Corte di giustizia dell’UE  “non dovrebbe avere altra scelta che annullare il regolamento di attuazione per violazione sia dell’obbligo di garantire la protezione della salute umana e dell’ambiente, sia del diritto dei cittadini di avere le loro iniziative rispettate dalle istituzioni“.

Lascia un commento