Non trova conferma nei dati l’impegno del Paese transalpino di vietare l’erbicida nella maggior parte delle pratiche agricole entro la fine del 2020
di Redazione
Nonostante la campagna della Francia contro il glifosato e un piano per proibirlo nella maggior parte delle pratiche agricole entro la fine del 2020, la vendita dell’erbicida più usato al mondo è aumentata nel Paese del 10% nel 2018. “Gli impegni assunti dal presidente saranno mantenuti. Il glifosato sarà bandito per la maggior parte degli usi entro la fine del 2020”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume a un’audizione dell’Assemblea nazionale lo scorso 9 gennaio.
Resta aperta anche un’altra questione: se in Francia resta ferma la data di fine 2020 per l’eliminazione totale del glifosato, si viene a creare uno sfasamento con gli altri Paesi perché l’autorizzazione della sostanza a livello dell’Ue è stata estesa al 2022. “Se diciamo che il glifosato sarà bandito entro la fine dell’anno, e non lo sarà in altri Paesi, si viene a creare un problema di concorrenza sleale all’interno degli Stati membri”, ha riconosciuto il ministro.
Glifosato, boom delle vendite complessive di fitosanitari
A confermare le difficoltà di Parigi è l’andamento delle vendite complessive di prodotti fitosanitari che hanno raggiunto il tetto nel 2018, mettendo in dubbio la fattibilità del piano francese di dimezzare l’uso di pesticidi entro il 2025: secondo i dati pubblicati a inizio gennaio, i volumi di vendita di prodotti fitosanitari sono aumentati del 21% nel 2018 rispetto al 2017. Un segnale allarmante anche se l’aumento delle vendite potrebbe essere legato a problemi di approvvigionamento in previsione di un aumento della tassa sull’inquinamento.
C’è poi da tener presente che la riduzione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari trova l’ostruzionismo del mondo agricolo. Il più grande sindacato contadino del paese, Fnsea, ha chiesto una moratoria sull’applicazione di zone libere da pesticidi nelle aree popolate, minacciando azioni di protesta. “Imponendo misure restrittive con un forte impatto economico, il governo sta creando un numero crescente di oneri che minano la salute finanziaria delle aziende agricole”, si legge in un comunicato del sindacato che chiede “una compensazione economica per la perdita di reddito degli agricoltori”.