Più di 3.000 persone saranno coinvolte nell’indagine che – ancor prima di iniziare – già preoccupa l’industria del vino
Più di tremila cittadini francesi che vivono in prossimità dei vigneti saranno monitorati per capire se sono maggiormente esposte ai pesticidi. E’ uno studio senza precedenti quello che sta iniziando questi giorni in Francia. L’indagine denominata PestiRiv coinvolgerà 250 aree rurali, di cui 162 vigneti nelle regioni Auvergne-Rhône-Alpes, Bourgogne-Franche-Comté, Grand-Est, Nouvelle-Aquitaine, Occitanie, Provence-Alpes-Côte d’Azur.
Per un anno più di 3.350 persone di età compresa tra i 2 e i 79 anni che abitano in queste aree saranno sottoposte a monitoraggi biologici e ambientali. I ricercatori preleveranno campioni di urina e capelli, nonché frutta e verdura dai loro orti e polvere dalle loro case alla ricerca di tracce di pesticidi.
I dati relativi ai 1.500 individui cosiddetti “esposti (quelli che abitano entro 500 metri da un vigneto e a più di un chilometro da qualsiasi altra coltivazione) verranno confrontati con quelli dei 1.850 individui “non esposti” (ovvero che vivono a più di 5.000 metri dai vigneti e a più di un chilometro da qualsiasi terreno agricolo).
Il primo periodo di studio durerà fino a febbraio 2022, il mese in cui i pesticidi agricoli sono meno utilizzati. Il secondo periodo – da marzo ad agosto 2022 – sarà invece quello in cui il loro impiego è maggiore. Lo studio – condotto dall’Agenzia della salute francese Spf insieme ad Anses, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro – punta a monitorare la presenza di circa 50 pesticidi, tra cui il glifosato e il folpel.
“L’obiettivo principale è identificare la possibile sovraesposizione ai pesticidi”, ha detto Sébastien Denys, direttore della salute e dell’ambiente dell’Spf .“Questo ci consentirà di determinare meglio i percorsi e le fonti di esposizione, di comprendere l’influenza che può avere la distanza abitativa dai vigneti e di descrivere le variazioni stagionali”.
Seppur non ancora iniziato, lo studio sta già preoccupando l’industria del vino. Il timore espresso da Bernard Farges, capo del Consiglio del Vino di Bordeaux (Civb) in una lettera inviata al prefetto della Gironda è che – una volta concluso le studio i cui risultati saranno diffusi nel 2024 – si arrivi a conclusioni affrettate e prive del necessario rigore scientifico .
In realtà sono diversi i fattori che secondo i ricercatori hanno portato a concentrare l’attenzione sulla viticoltura. “Dopo la mela, la vite è una delle colture più trattate con prodotti fitosanitari”, spiega Ohri Yamada, responsabile della Fitofarmaco vigilanza di Anses. Inoltre è una coltura storicamente molto più intrecciata con l’habitat rispetto ad altre coltivazioni, il che moltiplica le situazioni di esposizione. ”In altre parole: le case si trovano spesso in mezzo ai vigneti. Infine è una coltivazione consolidata da decenni, esposta ogni anno agli stessi prodotti”. A differenza dei cereali, ad esempio, dove la rotazione delle colture comporta una modifica dei pesticidi utilizzati.