Il modello Vallarsa: far pagare chi inquina

Un piccolo comune nel Trentino qualche anno fa ha adottato un regolamento comunale rivoluzionario che prevede solo l’agricoltura biologica nel suo territorio. Alla base un  principio semplice ma che tuttora fatica ad affermarsi. E cioè:  “Chi inquina paga”

di Maria Pia Terrosi


Ribaltare l’onere della prova: un concetto che quando si parla di agricoltura biologica diventa difficile da digerire. Perché oggi secondo la nostra normativa è l’agricoltore che utilizza metodi di coltivazione biologica a doversi  certificare, e quindi dover sostenere costi aggiuntivi, per dimostrare quello che fa, ovvero di non inquinare. Al contrario agli agricoltori convenzionali   non è richiesta alcuna trasparenza sui prodotti chimici che utilizzano nelle loro coltivazioni – pesticidi, erbicidi, fungicidi – nessuna certificazione. In pratica chi non inquina parte con l’handicap.

Ma c’è un comune trentino, Vallarsa vicino a Rovereto,  che già   3 anni fa – nel marzo 2014 – ha ribaltato questa situazione adottando per primo in Italia un regolamento comunale rivoluzionario al riguardo. La norma prevedeva la possibilità di coltivare all’interno del territorio comunale solo secondo metodi biologici, mentre l’agricoltore che  preferisce continuare a utilizzare  metodi convenzionali  sarà libero di farlo, ma a certe condizioni.

“Abbiamo chiesto a chi  coltiva convenzionale di certificare le sostanze che utilizza, in quali quantità e con quali modalità le usa, garantendo che non vengano diffuse al di fuori dei propri terreni – ci spiega il sindaco di Vallarsa, Massimo Plazzer. In assenza di questa certificazione l’agricoltore convenzionale  dovrà  attivare una polizza assicurativa o versare una cauzione a favore del Comune di Vallarsa, a tutela dei danni che potrebbero derivare all’intera comunità dall’immissione nell’ambiente delle sostanze tossiche che lui utilizza. Il regolamento prevedeva anche una sanzione – 152 euro al mese per ettaro – per chi non rispetta le regole. Ma le multe sono state davvero rare”.

Certo – prosegue Plazzer – noi partiamo avvantaggiati:  Vallarsa è un piccolo comune che si trova in una valle del Trentino ancora piuttosto incontaminata: non abbiamo agricoltura intensiva e anche lo stesso sfruttamento turistico non è eccessivo. Siamo in una situazione molto diversa da Malles o da altri comuni  trentini: le nostre poi sono tutte aziende medio piccole. Ma con questo regolamento – adottato quando era sindaco Geremia Gios – abbiamo voluto dare più che altro dare un segnale per il futuro di tutela e attenzione al territorio, di voler mantenerlo sano come è oggi.

E il nostro esempio – continua Plazzer – è stato recepito in due comuni toscani, Sestino e Badia Tebalda. Ma sono parecchie le amministrazioni comunali sparse in Italia che ci hanno chiesto chiarimenti sulla normativa e sono interessati a muoversi nella stessa direzione. E’ chiaro però che ogni realtà ha le sue specificità e le regole vanno adattate alle diverse situazioni, al contesto.”

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