Parla Simona Bonafè, l’europarlamentare italiana che fa parte della Commissione dei trenta incaricata di indagare sulla correttezza delle procedure di autorizzazione dei pesticidi
di Antonio Cianciullo
Una Commissione speciale per capire se i giochi sono truccati o no. Se le indagini sui pesticidi somigliano a quelle sulle emissioni delle macchine diesel di alcune case automobilistiche. Se i pesi delle valutazioni vengono alterati ad arte da ricerche pilotate dalle stesse industrie che producono i fitofarmaci da testare. E’ la decisione presa dal Parlamento europeo che ha nominato una “Commissione sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell’Unione”. Di questa commissione fanno parte 30 europarlamentari tra cui Simona Bonafè. Le abbiamo chiesto un giudizio sul significato di questa mossa dell’Europarlamento.
Qual è il messaggio che parte da Bruxelles?
“La decisione di nominare una Commissione di indagine va in direzione della maggiore trasparenza che è necessario assicurare ai cittadini europei in questa delicata materia. In gioco ci sono i processi da cui dipendono la salute dell’ambiente e quella di tutti gli abitanti del continente: non è questione da prendere sottogamba”.
Come si muoverà la Commissione? Chi ascolterà?
“Al momento non è stata ancora nominata la presidenza e quindi è presto per parlare in modo dettagliato di programmi. Comunque la prima riunione dovrebbe essere convocata entro febbraio e da allora ci saranno nove mesi di tempo per arrivare a redigere il rapporto finale. I tempi dunque sono relativamente serrati calcolando la mole di lavoro che ci aspetta”.
Cosa dovrete fare?
“Organizzeremo l’audizione dei rappresentanti delle varie parti in causa: ong, imprese, istituzioni internazionali. Valuteremo se la Commissione è stata imparziale nella valutazione dei dati sui pesticidi che aveva a disposizione”.
Il quadro che esce dai Monsanto Papers è da brivido. Si tratta di un’imponente indagine giornalistica condotta dal quotidiano francese Le Monde (in Italia è stata pubblicata dal settimanale Internazionale): denuncia una commistione tra interessi pubblici e privati. E negli Stati Uniti la Monsanto, uno dei colossi del settore, è finita sul banco degli imputati in un processo intentato da centinaia di parenti di vittime di tumori.
“Questi sono i temi su cui dovrà lavorare la Commissione. Si tratta di capire come hanno funzionato in pratica i sistemi autorizzativi per i pesticidi che hanno un iter piuttosto complesso. C’è una prima autorizzazione per il principio attivo di cui è responsabile la Commissione; e una seconda autorizzazione, che fa capo agli Stati, che riguarda gli aspetti della commercializzazione”.
Un altro aspetto critico, che emerge dalle carte dell’indagine Monsanto Papers è la coincidenza tra intere pagine del rapporto firmato dall’agenzia europea Efsa – che ha contestato la valutazione di probabile cancerogenicità del glifosato espressa dallo Iarc, cioè dall’istituto di ricerca collegato all’Oms – e alcuni testi usciti dalla Monsanto: un copia e incolla.
“Ripeto, sono questi i temi su cui andremo ad indagare. I lavori della Commissione permetteranno di esprimere un parere su queste vicende”.