Il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa ha condannato le azioni legali che hanno colpito Karl Bär e Alexander Schiebel definendole un abuso del sistema giudiziario
Di Maria Pia Terrosi
Abuso del sistema giudiziario. Così Dunja Mijatovic, commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, ha definito le querele per diffamazione contro Karl Bär e Alexander Schiebel. In una presa di posizione pubblicata ieri sul sito del Consiglio d’Europa, il commissario europeo cita proprio il caso delle denunce dell’assessorato all’Agricoltura sudtirolese contro i due attivisti antipesticidi annoverandolo tra i casi di Slapp (Strategic Lawsuit Against Public Participation).
È una vicenda di cui Cambia la Terra si è occupata più volte (qui tutti gli articoli). Alexander Schiebel – scrittore e cineasta austriaco, autore del libro “Das Wunder von Mals” – e Karl Bär – referente per la politica agricola dell‘Umweltinstitut München – sono stati querelati dall’assessore altoatesino Arnold Schuler e da molti agricoltori in quanto accusati di aver danneggiato l’immagine del loro lavoro e dell’intero Alto Adige. Vicenda finita in tribunale che ha già tenuto la prima udienza.
L’uso massiccio di pesticidi in Alto Adige è un fatto reale e incontrovertibile. Nella provincia di Bolzano la vendita di pesticidi in rapporto alla superficie trattabile supera di oltre sei volte la media nazionale. Per questo i due attivisti sostengono che l’accusa contro di loro è rivolta a colpire il loro impegno di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Cioè è un attacco alla libertà di espressione il cui vero obiettivo è silenziare il dibattito pubblico sull’uso di pesticidi in Alto Adige.
Proprio quanto ora sostiene il commissario Dunja Mijatovic. “In un caso in corso in Alto Adige, l’assessore provinciale all’Agricoltura e coltivatori di mele hanno avviato procedimenti penali contro attivisti ambientali e l’editore di un libro che ha denunciato gli alti livelli di utilizzo di pesticidi nella regione”, scrive Mijatovic. “E’ uno degli esempi”, prosegue il commissario, “di azioni legali volte a intimidire e mettere a tacere le voci critiche. Queste cause rappresentano una minaccia significativa e crescente al diritto alla libertà di espressione in diversi Stati membri del Consiglio d’Europa, fuorviando il sistema giudiziario e lo stato di diritto più in generale”.
“Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa fa rientrare chiaramente le accuse contro di me, il consiglio direttivo dell’Umweltinstitut, Alexander Schiebel e l’editore Jacob Radloff nei casi di attacco alla libertà di espressione”, ha commentato Karl Bär, referente dell’Umweltinstitut di Monaco.