Il Centro di consulenza altoatesino per la fruttiviticoltura invita a fare scorte di questo insetticida, dimenticando le ragioni per cui è stato bandito dalla Ue
di Redazione
Vietato dalla Ue, ma al contrario raccomandato dal Centro di consulenza altoatesino per la fruttiviticoltura. Parliamo del clorpirifos metile, l’insetticida organofosfato da fine gennaio messo al bando dalla Ue.
Dopo due proroghe negli ultimi sei anni (nel 2013 e nel 2018), questo insetticida è stato ritenuto dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) associabile, insieme al clorpirifos, a genotossicità e neurotossicità per lo sviluppo. Pertanto non in grado di soddisfare i criteri di salute umana necessario per il rinnovo sul mercato europeo.
La Commissione Ue ha anche fissato un periodo di tolleranza fino al 29 febbraio 2020 durante il quale i rivenditori sono autorizzati a vendere gli stock rimanenti. Mentre fino al 16 aprile gli agricoltori potranno impiegare le loro scorte.
Nonostante la decisione della Ue a tutela della salute pubblica, sorprende il cinismo con il quale il Centro di consulenza altoatesino per la fruttiviticoltura. Con una circolare del 6 febbraio invita invece gli agricoltori ad acquistare il clorpirifos metile prima che entri in vigore il divieto. E a utilizzarlo per il controllo dell’afide lanigero del melo e dei pidocchi delle piante fino allo stadio di germinazione.
Un comportamento irresponsabile che ha sollevato la reazione dell’Istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera (Umweltinstitut München) che in una lettera aperta ha invitato il Centro altoatesino a correggere la sua raccomandazione, e al contrario informare i membri sui pericoli legati all’uso di questo insetticida e raccomandarne il corretto smaltimento.
Irresponsabile raccomandare il clorpirifos metile
“È assolutamente irresponsabile raccomandare l’acquisto e l’uso del clorpirifos metile ora, poco prima dell’entrata in vigore del divieto”, afferma Karl Bär, responsabile per le politiche agricole dell’Istituto per l’ambiente tedesco. “La sostanza è stata vietata dall’Unione Europea proprio a causa dei rischi per lo sviluppo dei bambini”.
Inoltre, secondo il parere dell’Istituto per l’ambiente, fornire una tale raccomandazione in inverno, prima ancora che si possa prendere una decisione sull’effettiva necessità di un trattamento, non è compatibile con i principi dell’agricoltura integrata.