Biodistretto Trentino: missione compiuta

Raccolte quasi 13.000 firme rispetto alle 8.000 necessarie per la richiesta di referendum. A dimostrazione che cresce l’attenzione a  un nuovo modello di sviluppo

di Maria Pia Terrosi


Referendum, servivano solo 8.000 di firme ma ne sono state depositate parecchie di più, quasi 13.000. Bastano questi numeri per capire quanto la popolazione in Trentino sia favorevole alla realizzazione nel proprio territorio di un biodistretto: un’area in cui agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni, pubbliche amministrazioni promuovono uno stile di vita sostenibile a 360 gradi, mettendo in rete le risorse naturali ma anche culturali e produttive del territorio.

Senza contare – precisano i promotori – che non si tratta della totalità delle firme raccolte (probabilmente almeno un migliaio in più), ma solo di quelle arrivate e certificate entro la mattina del 17 marzo. Questo perché l’emergenza sanitaria Covid 19 ha convinto ad accelerare i tempi di consegna delle firme per il referendum al Consiglio Provinciale: le firme sono state presentate con 10 giorni di anticipo rispetto alla data di scadenza fissata al 26 marzo.

La raccolta firme per il referendum è stato un successo: “Per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito al risultato: i volontari, i negozi bio, con il prezioso supporto di NaturaSì, e soprattutto i cittadini che hanno aderito numerosi. Questo dimostra una grande sensibilità dei trentini, consapevoli della necessità di cambiare modello di sviluppo”, aggiunge Fabio Giuliani del comitato promotore.

Un risultato particolarmente significativo proprio in questi giorni di emergenza. “Il momento che stiamo vivendo”, commenta Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì, “ci fa riflettere sull’importanza di un ambiente sano e sul rispetto della Terra, che poi si traduce in rispetto per noi stessi. Un ecosistema totalmente bio è possibile e la nostra azienda ne è la dimostrazione: da 30 anni si impegna per far crescere l’agricoltura sana, per promuovere il cibo bio e garantire la sostenibilità economica di agricoltori, produttori, negozianti. Un sistema di valori che arriva fino ai cittadini e li rende protagonisti del cambiamento, come abbiamo visto per il biodistretto trentino”.