Bellanova spinge l’acceleratore: approvare la legge sul biologico

In audizione nelle commissioni di Camera e Senato, la ministra ha definito la proposta di legge di fondamentale importanza. Anche per combattere la crisi climatica in atto

di Redazione


“Ci sono molte proposte di legge di fondamentale importanza da portare a compimento come quella sulle semplificazioni, la proposta sul biologico, il divieto delle aste al doppio ribasso, il contenimento del consumo di suolo, solo per citarne alcune”. Lo annuncia la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova ascoltata nelle commissioni Agricoltura di Camera e Senato. Parlando delle linee programmatiche del suo dicastero ha detto: “Credo in una stretta collaborazione con il Parlamento per dare prospettiva all’attività quotidiana di agricoltori, pescatori, allevatori, produttori di cibo e vini di qualità italiani”. Ha aggiunto sempre rivolgendosi ai parlamentari: “Sono convinta che davanti alle necessità di questo settore non ci siano colori politici, ci sono soluzioni da mettere in campo. Costruirle insieme è la sfida che ci aspetta nei prossimi mesi”.

Una sfida da cogliere anche sul fronte del contrasto ai mutamenti climatici. Anche in questo caso, Bellanova ha citato l’agricoltura biologica. “Per rispondere alla crisi climatica serve anche un cambiamento radicale con investimenti sull’innovazione sostenibile. La sostenibilità deve essere basata su tre pilastri: economica, sociale e ambientale. Bisogna passare da un’economia lineare, il cui destino finale è il rifiuto o lo spreco, a una vera economia circolare. Ci sono alcune parole chiave: agricoltura di precisione, ricerca, biologico, energia verde”, ha riassunto il capo del dicastero agricolo. E “dobbiamo rilanciare la lotta agli sprechi alimentari. Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, con un fenomeno – ha aggiunto la ministra – che solo in Italia vale 12 miliardi di euro. Bisogna rilanciare il lavoro avviato con la Legge 166 del 2016, per la riduzione del fenomeno nelle filiere produttive e di educazione delle famiglie, tenuto conto che il 50% dello spreco avviene dentro le mura di casa”.