Il tossicologo statunitense Portier ha scritto una lettera al Commissario Juncker: le valutazioni che assolvono l’erbicida non sono corrette.
di Goffredo Galeazzi
Occorre rivedere il parere di non cancerogenicità sul glifosato espresso da Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche), Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Lo ha chiesto Christopher J. Portier, tossicologo statunitense di fama mondiale, al presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker in una lettera inviata il 28 maggio scorso. Lo scienziato non si è arreso – e insieme a lui molta parte della comunità ambientalista – alla decisione presa dalle autorità europee sul glifosato secondo cui tale sostanza non è cancerogena . Decisione tra l’altro in contrasto con quanto espresso dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che in un primo parere nel marzo del 2015 classificò il glifosato come “probabilmente cancerogeno” .
Secondo Portier le valutazioni espresse da Echa e Efsa non sono corrette, per vari motivi. Prima di tutto sono basate su studi poco attendibili realizzati dalle stesse industrie. Al riguardo già alcuni mesi fa quattro eurodeputati del gruppo dei Verdi dopo aver avuto accesso ai dati contenuti nei rapporti – compresi quelli coperti da segreto industriale – li avevano ritenuti “scientificamente inutilizzabili”, chiedendo all’Efsa la pubblicazione completa degli studi per rendere possibile alla comunità scientifica di esaminarli in profondità . Cosa che Portier torna a chiedere a Juncker.
Ma soprattutto – prosegue Portier – Echa e Efsa non hanno incluso nella loro valutazione otto casi di aumento di tumori su roditori in seguito a esposizione a glifosato, espressamente segnalati dallo stesso Christopher Portier.