Agroecologia: ricercatori e docenti universitari firmano l’appello di Legambiente

Biologico sotto attacco, serve una legge ad hoc per diminuire la chimica nei campi e tutelare salute e ambiente


Un modello di sviluppo agricolo sostenibile. E’ questa la richiesta che rappresenta il cuore dell’appello firmato da numerosi ricercatori e docenti universitari: un documento promosso da Legambiente anche per rispondere ai tanti attacchi che nelle ultime settimane sono stati sferrati al mondo del biologico. Con l’appello, studiosi e ambientalisti sostengono con forza le ragioni dell’agricoltura biologica ed evidenziano l’importanza della ricerca scientifica e della sperimentazione per costruire un modello agricolo basato sull’agroecologia.

“Stiamo assistendo in queste ultime settimane – si legge nell’appello – a una serie di attacchi da parte di rappresentanti del mondo scientifico e istituzionale che, a vario titolo e in numerose occasioni, si sono scagliati con grande durezza contro attività agricole diverse da quella convenzionale, come l’agricoltura biologica, che rappresenta ormai una realtà più che consolidata, e quella fondata sui principi della biodinamica”. A tutto questo si aggiunge una campagna d’informazione che sostiene fortemente gli Ogm, “nonché l’utilizzo della chimica e dei pesticidi in agricoltura, per massimizzare le rese con la motivazione che sarebbe, questa, l’unica agricoltura in grado di nutrire il pianeta nel futuro. Riteniamo questa campagna puramente ideologica e denigratoria. Non impostata su corrette basi scientifiche, totalmente digiuna di presupposti ecologici applicati all’agricoltura”.

Legambiente auspica che si arrivi presto all’approvazione della legge sull’agricoltura biologica, attualmente all’esame del Senato dopo il sì della Camera. L’Ispra ci dice che ogni anno, solo in Italia, sono utilizzate 130.000 tonnellate di pesticidi che contengono circa 400 sostanze diverse, tra erbicidi, fungicidi, insetticidi, con una progressiva contaminazione nel 67% delle acque superficiali e nel 33% delle acque sotterranee. Il modello agricolo basato sull’agricoltura intensiva sta provocando innegabilmente una significativa perdita di fertilità e di sostanza organica dei suoli: secondo le Nazioni Unite ogni anno scompaiono 24 miliardi di tonnellate di terra fertile con un tasso di erosione tra le 10 e le 40 volte superiore alla capacità di rigenerazione.

“Noi siamo convinti – continua l’appello – che le pratiche di agricoltura biologica e biodinamica consentano senza alcun dubbio di diminuire la presenza di sostanze pericolose di sintesi, garantendo, insieme alle buone pratiche agricole, l’erogazione di servizi ecosistemici, la tutela della biodiversità, la salubrità e sicurezza dei prodotti ottenuti”. A firmare l’appello, docenti di tutta Italia, tra gli altri: Paolo Bàrberi, Scuola superiore Sant’Anna; Carlo Modonesi, Università degli Studi di Milano; Biagio Pecorino, Università degli Studi di Catania.

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