Africa, Caraibi e Pacifico contro il traffico di pesticidi

I deputati e i parlamentari dei Paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) chiedono una cooperazione più stretta con l’Ue per contrastare il commercio illegale di prodotti vietati o contraffatti che avvelenano terreni, agricoltori e consumatori

di Goffredo Galeazzi


I deputati e i parlamentari dei Paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) hanno chiesto una cooperazione più stretta con l’Ue per contrastare il traffico di prodotti contraffatti. La decisione è stata presa all’Assemblea parlamentare paritetica tra l’Ue e i 78 Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico riunione che si è tenuta a Bruxelles dal 18 al 20 giugno per avviare i negoziati sul nuovo accordo di cooperazione.

I deputati e i parlamentari Acp hanno adottato una risoluzione che chiede una cooperazione più efficace contro “il commercio illegale di pesticidi, sementi e altri input”: un fenomeno che avvelena terreni agricoli, agricoltori e consumatori.

“La lotta efficace contro il commercio illegale e l’insicurezza alimentare richiede la fornitura di assistenza tecnica e finanziaria, il rafforzamento della cooperazione doganale e misure determinate dagli Stati membri dell’Ue per contrastare l’esportazione o il transito di merci contraffatte dai loro territori”, hanno affermato i rappresentanti di entrambe le parti.

Per agevolare il processo è stata chiesta la creazione di “un fondo comune per la ricerca pubblica che garantisca l’indipendenza dall’industria e dallo sviluppo nei vari settori delle colture”.

Attualmente, le relazioni commerciali e politiche e la cooperazione allo sviluppo tra le due parti sono disciplinate dalla Convenzione di Cotonou (Benin), firmata nel 2000, che verrà a scadenza nel 2020. Le due parti devono quindi avviare i negoziati per stabilire le basi della loro cooperazione dopo il 2020. “Ci auguriamo che la partnership post-Cotonou includa un ruolo più forte per l’Assemblea paritetica Acp-Ue. Ciò consentirà all’assemblea di continuare a svolgere il proprio ruolo nell’ambito del futuro accordo, garantendo così una governance multilaterale con obiettivi comuni a beneficio della popolazione”, ha affermato Joseph Owona Kono (Camerun), co-presidente dell’Assemblea per conto degli Paesi Acp.

L’accordo di Cotonou è stato rivisto nel 2010, adattando il partenariato per concentrarsi maggiormente su temi quali il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la sostenibilità della pesca, il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu.

L’Ue sostiene programmi e iniziative a favore di vari Paesi del gruppo di Stati Acp attraverso il Fondo europeo di sviluppo (FES). Tali fondi non fanno parte del bilancio generale dell’Ue, ma sono disciplinati da un accordo interno tra gli Stati membri riuniti in sede di Consiglio. L’11º FES, adottato nel 2013, è operativo dal 2014 al 2020 e ha una dotazione complessiva di 30,5 miliardi di euro.

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