Negli Usa solo l’1% degli alberi di Natale viene coltivato senza utilizzare pesticidi. Per gli altri si arriva all’uso di elicotteri per i trattamenti di chlorpyrifos
In media ogni anno solo negli Usa si acquistano dai 25 ai 30 milioni di alberi di Natale. Quelli veri. Di questi solo l’1% è costituito da alberi biologici, ovvero fatti crescere secondo gli standard di coltivazione organica indicati dal Dipartimento dell’agricoltura statunitense (USDA). Tutti gli altri sono coltivati con metodi convenzionali.
In media per ottenere un albero di Natale “adatto” per essere venduto ci vogliono circa 12 anni. Durante questo periodo le piante anno sono trattate con prodotti fitosanitari come pesticidi, fertilizzanti, fungicidi e diserbanti al pari di ogni altra coltivazione convenzionale. Anzi di più. Infatti, visto che l’albero di Natale “non si mangia” e la sua estetica è essenziale affinché sia venduto, la chimica di sintesi viene utilizzata in abbondanza per uccidere i parassiti che potrebbero danneggiare l’albero, la sua forma, il colore.
L’indagine del Center for Biological Diversity
Secondo una recente indagine del Center for Biological Diversity, nei sei Stati Usa dove si si coltivano abeti natalizi, ogni anno si utilizzano per gli alberi di Natale 123 tonnellate di prodotti fitosanitari. E l’85% di tali sostanze sono pesticidi altamente tossici come clorotalonil, atrazina, simazina, glifosato, esazinone, carbaryl, clorpirifos e dimetoato. Si tratta di prodotti chimici con effetti negativi documentati per l’uomo, potenzialmente in grado di produrre disturbi ormonali, danni agli organi, patologie oncologiche.
Per quanto riguarda il glifosato, uno studio della North Caroline State University indica che nelle coltivazioni di abeti di Natale di questo Stato nel 2018 sono stati utilizzati glifosato e insetticida bifenthrin rispettivamente sul 97,5% e sul 43% degli alberi.
Anche se queste sostanze vengono spruzzate in estate, quindi alcuni mesi prima che l’albero sia venduto, non si può escludere che residui di pesticidi possano comunque rimanere negli aghi di pino e nella corteccia. Con il rischio di contaminare l’ambiente domestico, soprattutto bambini e animali domestici che più spesso sostano vicino all’albero.
Ma se non è chiaro in che misura i residui di pesticidi possono rimanere sull’albero, le contaminazioni ambientali legate alla coltivazione convenzionale di milioni di alberi sono purtroppo ampiamente documentate. Proprio perché l’albero di Natale “non si mangia”, la sua coltivazione è spesso oggetto di deroghe ed eccezioni. A partire dall’annullamento ottenuto nel 2019 dai coltivatori di abeti delle numerose restrizioni sull’impiego di pesticidi precedentemente introdotte da Obama. Per arrivare alla speciale autorizzazione ricevuta da numerose contee dell’Oregon che consente di utilizzare gli elicotteri per trattare gli alberi con chlorpyrifos.