A Maruggio la difesa delle api è legge

E’ il primo Comune in Italia a vietare l’impiego di 5 neonicotinoidi, sorpassando l’Europa

di Maria Pia Terrosi


Maruggio, un Comune di poco più di 5.000 abitanti in provincia di Taranto, è stato il primo in Italia ad aver bandito l’uso di 5 neonicotinoidi (in Europa ne sono vietati 3) dannosi per le api e per tutti gli insetti impollinatori:  clothianidin, imidacloprid, thiamethoxam, thiacloprid e acetamiprid.

L’ordinanza firmata a fine ottobre dal sindaco Alfredo Longo ha l’obiettivo di tutelare territorio e cittadini dalle sostanze inquinanti: salvaguardare le colture dall’uso intensivo e inappropriato di prodotti fitosanitari ed erbicidi significa difendere le api  che sono sempre più minacciate dai veleni chimici. Una situazione preoccupante se si pensa al ruolo chiave svolto dagli impollinatori nel  mantenimento della biodiversità. Senza dimenticare che secondo la Fao delle 100 specie vegetali che forniscono il 90% del cibo nel mondo, 71 sono impollinate dalle api.

Il divieto introdotto a Maruggio riguarda i trattamenti a base di prodotti fitosanitari inclusi gli erbicidi e i 5 neonicotinoidi effettuati sulle colture erbacee, arboree, ornamentali e spontanee. In pratica questi pesticidi non potranno essere utilizzati durante il periodo di fioritura, dall’apertura del fiore fino alla completa caduta dei petali.  Inoltre in caso di fioritura delle vegetazioni spontanee si potranno effettuare trattamenti solo dopo aver sfalciato le piante o quando i fiori delle erbe sradicate sono  completamente essiccati, in modo da non attirare più le api e gli insetti impollinatori.

Chi contravviene al divieto, continuando a usare questi pesticidi, rischierà una multa fino a 1.000 euro. Ora l’ordinanza verrà inviata a tutti i rivenditori di prodotti per l’agricoltura, così come alle associazioni di categoria. Successivamente si passerà alla fase dei controlli sui prodotti venduti e presso gli agricoltori.

“Certo, qualcuno potrebbe comprarli nei Comuni vicini dove non c’è il divieto di vendita, ma questa ordinanza spero sia da monito anche per gli altri paesi della provincia di Taranto perché è a rischio la salute dei cittadini e il futuro della Terra”, ha specificato il sindaco Alfredo Longo.