Una mela su tre ha residui di pesticidi tossici

Pesticides Action Network Europe segnala un’allarmante crescita della contaminazione

In più della metà delle ciliegie vendute in Europa sono state trovare tracce di pesticidi tossici. Un dato ancor più preoccupante se si considera che nel 2011 erano solo il 22%. Non va bene neanche con le mele, pere e pesche che in otto anni hanno registrato un aumento del 53% delle quantità contaminate dalla presenza di sostanze indesiderate.

I dati emergono dallo studio “Forbidden Fruit” di Pan (Pesticide Action Network) Europe, che ha analizzato oltre 97.170 campioni di frutta e verdura coltivati nell’Ue. More (51% dei campioni), pesche (45%), fragole (38%) e albicocche (35%) sono i frutti più a rischio.

Le cose vanno appena un po’ meglio per le verdure che hanno registrato un aumento del 19% rispetto al 2011. Tra i più contaminati sedano (54% dei campioni esaminati) e cavolo riccio (31%). Dati che – si legge nel Report – smentiscono quanto affermato dalle istituzioni Ue che parlano di un calo dell’uso dei pesticidi più tossici in Europa. E che gettano un ulteriore allarme proprio mentre cresce la polemica sui tentativi di rinviare il varo di nuove norme più cautelativi con il pretesto delle difficoltà di approvvigionamento create dalla guerra in Ucraina.

Alla ricerca delle sostanze altamente tossiche

Nello studio i ricercatori si sono concentrati su 55 principi attivi utilizzati per produrre centinaia di pesticidi fungicidi, erbicidi e insetticidi. Sostanze ritenute altamente tossiche per l’ambiente e la salute umana. Tra i più presenti il fludioxonil, una sostanza usata per produrre pesticidi rinvenuta quasi ovunque su frutta e verdura.

La situazione in Italia

Nella categoria dei pesticidi più tossici l’Italia si colloca al quarto posto tra i Paesi Ue per produzione di frutta e verdura in cui sono state riscontrate tracce di queste sostanze. Nel periodo 2011/2019 nel 21% di tutti i frutti testati ​​in Italia sono state trovate tracce di pesticidi e diserbanti, mentre la media europea è del 18%. Belgio (34%), Irlanda (26%) e Francia (22%) hanno fatto peggio di noi.

Effetto cocktail

Quindi negli ultimi otto anni non solo è aumentata la probabilità di acquistare frutta e verdura con la presenza di elementi chimici non desiderati, ma è aumentato il numero di sostanze tossiche rinvenute.  Gli studiosi hanno verificato che nella metà delle pere campionate in tutta Europa sono state trovate tracce di ben 5 potenti agenti chimici. Una percentuale che sale all’87% per le pere coltivate in Belgio e all’85% per quelle coltivate in Portogallo.

Nel complesso, mentre nel 2011 era stato riscontrato che il 6,4% della frutta era contaminato da almeno due di questi pesticidi più tossici, questa percentuale è salita al 10,2% nel 2019.

La lentezza dell’Europa

C’è poi la questione del cosiddetto effetto cocktail. Mentre sulla soglia per i singoli pesticidi c’è uno scontro di opinioni collegato anche agli effetti cancerogeni di alcune sostanze (in questi casi la soglia di sicurezza ha un valore statistico, c’è un rischio che viene considerato “accettabile”), l’effetto cumulativo provocato dall’esposizione a più sostanze tossiche e cancerogene non è regolamentato. “Sebbene sia sempre più evidente che questi ‘cocktail di pesticidi’ abbiano forti impatti sulla salute umana, tali combinazioni non sono ancora vietate dalle autorità, nonostante sia richiesto dalla legge”, affermano gli autori del rapporto. “Dal 2011 l’uso dei pesticidi è aumentato invece di diminuire come aveva previsto la direttiva europea, perché il mancato rispetto delle norme sulla sostituzione dei pesticidi pericolosi con sostanze più sane ha portato a una maggiore resistenza degli insetti agli agenti chimici”.

“I consumatori si trovano in una situazione terribile, in cui si dice loro di mangiare frutta fresca, la maggior parte della quale è contaminata dai residui dei pesticidi più tossici”, ha dichiarato Salomé Roynel di Pan Europe. “Ci sembra che i governi non abbiano alcuna intenzione di vietare questi pesticidi. Hanno troppa paura della lobby agricola, che dipende da un modello agricolo obsoleto.”

Save the Bees and the Farmers

Se i governi tentennano, i cittadini hanno le idee più chiare. Sono 1,2 milioni le firme raccolte in Europa dalla petizione “Save the Bees and the Farmers” con cui è stato richiesto di ridurre dell’80% l’uso dei pesticidi sintetici entro il 2030 per arrivare al 100% entro il 2035.