Il Parlamento Ue non cede alle lobby dell’agroindustria

Approvate dal Parlamento le raccomandazioni per la nuova strategia Farm to Fork. “Un voto decisivo per rendere più sostenibile il nostro sistema alimentare”, sottolinea l’europarlamentare Eleonora Evi 

di Maria Pia Terrosi

Non hanno raggiunto il risultato sperato gli attacchi compiuti nelle scorse settimane dalle lobby dell’agroindustria per indebolire la strategia Farm to Fork. Nonostante i tentativi di screditare il testo sostenendo tra l’altro che gli obiettivi proposti porterebbero gli imprenditori agricoli al fallimento, ieri il Parlamento europeo ha approvato le raccomandazioni per la nuova strategia volta ad assicurare cibi più sani e sostenibili, sicurezza alimentare e un reddito equo per gli agricoltori.

Nella risoluzione approvata –  452 voti a favore, 170 contrari e 76 astensioni  – che ora passa alla Commissione europea, gli eurodeputati hanno ribadito quanto i regimi alimentari sostenibili e rispettosi degli animali siano fondamentali per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo anche in materia di clima, biodiversità, inquinamento e salute pubblica.

La Farm to Fork  dunque diventa un’occasione fondamentale per rendere più sostenibile l’intero sistema alimentare europeo. Obiettivo raggiungibile riducendo l’uso di pesticidi e di antibiotici in agricoltura, gli sprechi alimentari a tutti i livelli della catena di approvvigionamento e aumentando la superficie agricola dedicata al biologico e alla biodiversità. 

Gli europarlamentari inoltre hanno chiesto alla Commissione di intensificare gli sforzi, anche attraverso l’adeguamento delle regole di concorrenza, in modo che gli agricoltori percepiscano una parte equa dei profitti ottenuti da alimenti prodotti in modo sostenibile.

L’approvazione della risoluzione da parte del Parlamento europeo ha un particolare valore alla luce delle informazioni diffuse nelle settimane precedenti dalle lobby della chimica e dell’industria zootecnica “anti Farm to Fork”. Dati parziali contenuti in una serie di studi di impatto – molti dei quali finanziati dalle industrie interessate – che nella valutazione non tengono conto di alcuni parametri cruciali. Come la riduzione degli sprechi alimentari, i cambiamenti nella dieta, un migliore controllo naturale dei parassiti grazie al ripristino degli agro-ecosistemi. 

Questo voto assume un significato ulteriore perché nelle settimane scorse le lobby dell’agri-business hanno fatto girare una narrazione del terrore senza alcun fondamento, per screditare la strategia Farm to Fork”, ha dichiarato Eleonora Evi, europarlamentare verde. “Sono felice che alla fine abbiano prevalso il buonsenso e la consapevolezza che i costi di un mancato intervento, in termini ambientali ed economici, non sono più sostenibili”. 

“È chiaro –  prosegue Eleonora Evi – che il dimezzamento dell’uso dei pesticidi previsto dalla Farm to Fork spaventa le multinazionali che li producono e che pertanto hanno diffuso la notizia secondo cui i pesticidi chimici aiutano a garantire redditi più alti agli agricoltori. Assolutamente falso. Uno studio condotto su 55 colture biologiche ha dimostrato che, nonostante le rese più basse, l’agricoltura biologica è significativamente più redditizia (dal 22 al 35% in più) di quella convenzionale. Gli agricoltori bio sono stati in grado di raggiungere mercati di alto valore e hanno ottenuto rapporti di profitto/costi superiori del 20-24% rispetto all’agricoltura convenzionale. L’agroecologia ha quindi dimostrato di essere economicamente più efficiente in tutta l’Ue, fornendo redditi e occupazione più alti e più stabili”. 

Nelle sue raccomandazioni il Parlamento ha anche chiesto di favorire la transizione verso diete più sane e sostenibili, riducendo il consumo eccessivo di carne e di alimenti altamente trasformati ricchi di sale, zuccheri e grassi, anche fissando livelli massimi di assunzione.