Segreti tossici

Un gruppo di 119 eurodeputati si è associato a una campagna contro i prodotti tossici non dichiarati in 14 pesticidi. Lettera all’Efsa

Un gruppo di 119 eurodeputati francesi ha scritto all’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per mettere in discussione l’attuale sistema di valutazione dei prodotti tossici nei pesticidi. La lettera dei parlamentari, pubblicata lo scorso 25 febbraio, fa seguito a una campagna della società civile, “Toxic secrets”, sottoscritta a oggi da più di 14.700 cittadini. L’iniziativa nasce alcuni mesi fa dopo che, nell’ottobre dello scorso anno, in uno studio scientifico (qui il testo del documento pubblicato da ScienceDirect) si è affermata la tesi della presenza di prodotti tossici, non dichiarati nell’etichetta, in 14 pesticidi. Di qui la decisione, a dicembre 2020, di nove associazioni ambientaliste di presentare al tribunale di Parigi una denuncia contro ignoti e lanciare la campagna di informazione e sensibilizzazione.

Lo studio del 2020, curato dai ricercatori Gilles-Eric Séralini e Gérald Jungers, secondo i promotori della mobilitazione, dimostrerebbe che vi sono numerosi difetti nei sistemi di valutazione dei pesticidi utilizzati in Europa. In particolare, sarebbe ignorato l’effetto cumulativo dei diversi componenti di un prodotto. L’Efsa valuterebbe cioè solo la singola sostanza dichiarata dal produttore, senza guardare al suo effetto combinato con altre sostanze presenti nel prodotto finale, il cosiddetto “effetto cocktail”. I prodotti tossici “segreti” trovati sarebbero inoltre, secondo gli studiosi, molteplici: tra loro anche alcuni metalli pesanti.
L’agenzia europea, dal canto suo, respinge al mittente le accuse. L’autorità comunitaria ritiene infatti che siano gli Stati membri a dover valutare la sicurezza della formulazione completa di pesticidi venduti nel loro territorio.

“Toxic Secrets” – qui il link al sito dove è possibile firmare la petizione – è un’iniziativa della campagna Glyphosate France, Générations Futures e Nature & Progrès, con il supporto di attivisti come José Bové e Vandana Shiva.
Il prossimo passo, dopo la lettera firmata dai deputati europei, come si legge sul portale della campagna, sarà, ad aprile, un ricorso all’Efsa attraverso la Corte di Giustizia dell’Unione europea.