I modelli attuali di impiego di pesticidi e fertilizzanti sono insostenibili. Le raccomandazioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente
Purtroppo l’obiettivo più volte ribadito negli anni di ridurre il consumo dei pesticidi e quindi il loro impatto su ambiente e salute è fallito. Lo riconosce il rapporto “Environmental and health impacts of pesticides and fertilizers and ways of minimizing them”, pubblicato dall’Unep in collaborazione con la Fao e l’Oms.
Al contrario – si legge nel Rapporto – la vendita di pesticidi e fertilizzanti cresce costantemente a un ritmo del 4,1% l’anno. Tanto che se nel 2018 il valore del mercato dei soli pesticidi era pari a 65 miliardi di dollari, nel 2025 le vendite combinate di pesticidi e fertilizzanti dovrebbero arrivare a 309 miliardi di dollari.
Un dato allarmante, visti gli effetti sull’ambiente e sulla salute legati all’impiego dissennato di queste sostanze. Tra i primi: contaminazione delle acque e del terreno, perdita di biodiversità, impoverimento del suolo. Per quanto riguarda poi gli effetti sulla salute, ormai innumerevoli studi hanno messo in evidenza che l’esposizione ai pesticidi è associata a maggior rischio di tumori. Non solo. Anche a problemi neurologici, immunologici e riproduttivi. Impatti pesanti che si traducono in costi – non più tanto nascosti – a carico dell’intera comunità.
In questo contesto il Rapporto dell’Unep – Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente – raccomanda alcune azioni da intraprendere per ridurre il consumo dei fitofarmaci e incentivare scelte e consumi sani e sostenibili.
In particolare deve essere rafforzata la regolamentazione della distribuzione e dell’uso dei pesticidi. Sono molti, infatti, i mercati neri dei pesticidi dove si vendono sostanze illegali, scadenti e contraffatte. Così come vanno supportate leggi sulla responsabilità estesa dei produttori di pesticidi e fertilizzanti.
Inoltre – prosegue l’Unep – occorre cambiare la gestione delle colture adottando approcci più attenti agli ecosistemi. Un obiettivo raggiungibile attuando strumenti economici che creino condizioni di parità fra chi utilizza prodotti e metodi sostenibili di coltivazione e chi no.
Si potrebbero prevedere forme di supporto finanziario per incoraggiare l’adozione di pratiche e tecnologiche a favore di un’agricoltura verde. Ad esempio introducendo tasse che penalizzano chi inquina e riconoscimenti a chi non lo fa. Rafforzare gli standard e adottare politiche aziendali per avere una gestione sostenibile della catena di approvvigionamento.
Queste le intenzioni, ma la realtà è ben diversa, come riconosce l’Unep. “’L’effettiva attuazione di una serie di accordi internazionali e legislazioni nazionali messi in atto per ridurre al minimo gli impatti negativi di pesticidi e fertilizzanti è carente, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito. Alla luce degli impatti negativi prodotti dai pesticidi sull’ambiente e sulla salute durante tutto il loro ciclo di vita, i modelli attuali e previsti di uso globale di pesticidi e fertilizzanti non sono più sostenibili”.