La pratica di fertilizzare i campi di grano con sempre più azoto può essere direttamente collegata alla crescente diffusione di questa malattia
Nel 2019 in Italia il numero di celiaci ha raggiunto i 225.418 soggetti, con un incremento di 11.000 persone rispetto al 2018. Una volta ottenuta la diagnosi, per chi soffre di questa malattia l’unica prescrizione ad oggi scientificamente valida è la dieta rigorosamente senza glutine. La regione italiana dove si registrano più celiaci rispetto alla popolazione è la Provincia autonoma di Trento (0,47%), seguita da Val d’Aosta e Toscana (0,46%). In numeri assoluti la Regione con più celiaci è la Lombardia (40.317) seguita da Campania (22.320) e Lazio (22.157). La sua presenza media nella popolazione generale dell’Europa e degli Stati uniti è di circa l’1%: negli Usa è passata dallo 0,2 all’1% in soli 25 anni.
Una malattia autoimmune
Adesso una spiegazione della moltiplicazione dei casi di celiachia viene da uno studio pubblicato sulla rivista Foods e coordinato da Josep Peñuelas, ricercatore dell’istituto spagnolo Creaf (The Centre for Ecological Research and Forestry Applications): i campi di grano vengono fertilizzati con sempre più azoto e questa pratica può essere direttamente collegata alla crescente diffusione della celiachia, una malattia autoimmune.
La domanda e l’applicazione di fertilizzanti azotati sulle colture in tutto il mondo è aumentata in modo sostanziale. Dagli anni ’60 ad oggi, l’uso dell’azoto per fertilizzare le colture di grano si è moltiplicato per 10. I dati forniti all’ultima conferenza internazionale su questo tema indicano che il consumo globale di fertilizzanti azotati è aumentato del 33% tra il 2000 e il 2013. Il grano coltivato con azoto in eccesso trasferisce più gliadina, un gruppo di proteine coinvolte nella formazione del glutine, al chicco e dunque alle sue farine. Proprio la reazione al glutine e la difficoltà di assorbirlo da parte dell’uomo provocano la celiachia.
Sale la concentrazione di gliadina
Il grano risulta attualmente la coltura più coltivata e continua ad essere il cereale alimentare più importante per l’uomo. Le colture del grano occupano una superficie di 217 milioni di ettari in tutto il mondo. Ma lo studio afferma che l’assunzione pro capite di prodotti del grano negli ultimi decenni è rimasta più o meno costante. E’ stata la concentrazione di gliadina a crescere: il suo consumo medio pro capite è aumentato (circa 1,5 kg in più ogni anno). L’analisi ha preso in considerazione anche altri fattori. Ad esempio i nuovi additivi nel pane che possono causare allergie e una migliore precisione ed efficienza nella diagnosi della celiachia. Ma il ruolo dell’eccesso di azoto resta in primo piano.
Un possibile problema di salute
“La fertilizzazione con azoto si traduce in un possibile problema di salute”, afferma Josep Peñuelas, direttore della ricerca, pur mettendo in guardia sulla necessità della cautela visto che le ricerche al riguardo sono poche. “Non presentiamo uno studio medico, ma avvertiamo di una nuova conseguenza. La relazione che abbiamo individuato non implica l’esistenza di un’unica causa diretta: possono esserci altri fattori, anche se questo è importante”. E aggiunge: “La fertilizzazione azotata ha effetti molto rilevanti sui microrganismi, sul funzionamento della terra e sulla salute umana”.
L’impatto e i danni di un’eccessiva fertilizzazione azotata sono stati osservati principalmente su scala ambientale (ad es. eutrofizzazione e piogge acide), ed è anche possibile un effetto diretto sulla salute umana legato alla celiachia.