Un altro episodio conferma che per salvare le api occorre cambiare modello agricolo
Tra l’8 ed il 12 agosto, in soli 4 giorni, sono morte almeno 8 milioni di api. Le hanno uccise i pesticidi. A darne notizia è Greenpeace Italia che riporta la denuncia contro ignoti depositata presso la Procura della Repubblica lo scorso 30 ottobre dall’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, Apilombardia e Apicoltori Lombardi, con le ipotesi di reato di inquinamento ambientale e danneggiamento.
Nella denuncia le associazioni documentano l’eccezionale moria di api avvenuta ad agosto in Lombardia nei territori di Azzanello (CR), Genivolta (CR), Villachiara frazione di Villagana (BS), Borgo San Giacomo (BS). Tutti Comuni localizzati in un’area agricola dove si trovano molti campi di mais e soia, prodotti destinati a diventare mangime per gli allevamenti intensivi.
Gli apicoltori da un giorno all’altro hanno trovato all’interno e all’esterno delle loro arnie migliaia di api morte. Un tasso di mortalità compreso tra il 40% al 100%. Una vera strage che probabilmente ha interessato anche altri insetti, ad esempio gli impollinatori selvatici, sui quali non ci sono dati.
Su richiesta degli apicoltori – si legge sul sito di Greenpeace Italia – sono intervenuti i veterinari delle agenzie di tutela della salute (Ats) delle zone coinvolte e i carabinieri Forestali che hanno prelevato campioni per avviare le indagini. Le analisi degli apiari cremonesi hanno evidenziato la presenza costante di due principi attivi: indoxacarb e chlorantraniliprole. Sono sostanze che vengono usate per diverse formulazioni commerciali di insetticidi, comunemente usati su mais e altre colture.
Questa vicenda conferma ciò che già si sapeva. Oggi il tasso di estinzione degli insetti è otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili. In Europa, inoltre, una specie di api su dieci è a rischio estinzione. In Italia, come ha ricordato la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini, “negli ultimi cinque anni abbiamo perso 200 mila alveari”.
Tra i responsabili di questa strage anche un modello agricolo che punta sullo sfruttamento intensivo e la chimica di sintesi, che colpisce gli insetti impollinatori sia in maniera diretta (insetticidi e fungicidi) che indiretta (erbicidi).